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Sigilli a quattro imprese commerciali, alle rispettive quote societarie, 27 immobili (appartamenti, locali commerciali, terreni) e asvariati rapporti finanziari e assicurativi, il tutto per un valore stimato pari a 28 milioni di euro. È questo il bilancio dell’operazione “U Patri Nostru” coordinata dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti dell’imprenditore edile vibonese Angelo Restuccia.
Dalle indagini sarebbe emerso – così come riportano gli inquirenti - sarebbe da tempo colluso con la ‘ndrangheta avendo avviato ed accresciuto le proprie attività grazie all’appoggio delle cosche Piromalli e Mancuso, operanti rispettivamente nei territori di Gioia Tauro e Limbadi.
La figura di Restuccia era emersa inizialmente nell’ambito dell’inchiesta denominata “Bucefalo” contro le cosche di Gioia Tauro Piromalli e Molè conclutasi con l’esecuzione di 11 misure cautelari.
Attraverso le indagini svolte è stato possibile accertare che per la realizzazione del “Parco Commerciale Annunziata” di Gioia Tauro erano state impiegate diverse imprese legate direttamente o indirettamente a cosche di ‘ndrangheta. L’assegnazione dei lavori sarebbe stati infatti una prerogativa esclusiva della cosca Piromalli.
In questo contesso la “Restuccia Costruzioni Spa” gestita ed interamente riconducibile a Angelo Restuccia ha realizzato una consistente parte dei lavori edili, ovvero la struttura prefabbricata adibita a nuova sede dell’“Annunziata S.r.l.”, oltre a due capannoni ed un fabbricato che insistono all’interno del parco commerciale.
Le investigazioni svolte – così come riportano gli inquirenti - corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno inoltre consentito di appurare come “…don Angelo Restuccia…” non solo conoscesse da tempo i vertici della cosca “Mancuso”, ma li frequentasse e si rapportasse con loro, attraverso un rapporto duratur da produrre reciproca collaborazione e reciproci vantaggi, aventi ad oggetto il comune interesse alla realizzazione di opere edili - sia pubbliche che private - nel territorio calabrese.
“Angelo Restuccia è quindi un esempio emblematico di “imprenditore mafioso”, che ha instaurato con la 'ndrangheta, tanto reggina quanto vibonese, un rapporto interattivo fondato su legami personali di fedeltà e orientato ad un vantaggio economico, avendo certamente tratto dall'attiguità agli ambienti criminali un beneficio per la propria attività imprenditoriale” – si legge nell’informativa della Dda.
L’attività investigativa si è concentrata, poi, sulla ricostruzione del complesso dei beni dell’imprenditore e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, nell’arco temporale intercorrente dal 1985 al 2017, accertando, non solo la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, ma, soprattutto, il ruolo di imprenditore “mafioso” che lo stesso ha rivestito nel tempo, tanto da poter sostenere che il patrimonio accumulato altro non sia che il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite e, nella specie, dell’attività delittuosa del reato di associazione.
I beni sequestrati. Alla luce di tali risultanze, su richiesta della stessa Dda, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro dei seguenti beni:
- patrimonio aziendale e capitale sociale della “Restuccia Costruzioni S.p.a.” (8 immobili e 27 veicoli), con sede in Filandari (VV), esercente l’attività di “fabbricazione di prodotti in calcestruzzo per l'edilizia”;
- patrimonio aziendale e capitale sociale della “Sud Frantumati S.r.l.” (3 immobili), con sede legale in Filandari (VV), esercente l’attività di “lavori generali di costruzione di edifici”;
- patrimonio aziendale e capitale sociale della “AEDES Immobiliare S.r.l.”, con sede in Filandari (VV), esercente l’attività di “locazione immobiliare di beni propri”;
- quote sociali (33,33%) della “F.C.F. Società Agricola S.r.l.” con sede legale in Nicotera (VV), esercente l’attività di “coltivazione di ortaggi in piena aria”;
- n. 27 beni immobili, tra appartamenti, locali commerciali e terreni siti nella provincia di Vibo Valentia e Roma.