“Ho deciso di collaborare”. Ha esordito così Domenico Trimboli, meglio noto come “Pasquale”, durante un’udienza al Tribunale di Alessandria. Trimboli, nato a Buenos Aires in Argentina 61 anni fa, è originario di Natile di Careri, nella Locride ed è considerato il numero uno dei narcotrafficanti internazionali tant’ è che gli è stato dato l’appellativo di “boss dei due mondi”. Il boss era stato arrestato nell’Aprile 2013 a Medellin, in Colombia, dopo 4 anni di latitanza. Da mesi Trimboli sta riempiendo con le sue dichiarazioni, pagine e pagine di verbali che gli inquirenti stanno studiando per verificarne l’attendibilità.

 

Un personaggio di primo piano che con le sue parole sta facendo tremare non solo la ‘ndrangheta ma anche Camorra e Cosa nostra. Un personaggio che conosce molte cose e persone e che era in grado di gestire, anche durante la latitanza, spedizioni di tonnellate di cocaina destinate al mercato italiano ed europeo. Dalle indagini sarebbe emerso che Trimboli costituiva l’elemento di raccordo tra i gruppi fornitori colombiani e le cosche jonico-reggine della ‘ndrangheta. “Pasquale”, così si faceva chiamare dagli amici, era considerato uno affidabile dai narcos colombiani e di uno di questi, Nelson Ybara Ramirez, ha sposato la sorella Valencia Silva Luz.

 

Il suo nome lo aveva fatto un altro pentito Rocco Varacalli che, in aula durante il processo "Minotauro" sulla ‘ndrangheta in Piemonte, aveva spiegato il tentativo della criminalità organizzata calabrese di costituire una filiale della cosca di Natile di Careri, proprio il paese di Trimboli.

 

Per Trimboli è scattato il piano di protezione, ora vive in una località segreta ma, le sue dichiarazioni potrebbero riservarci, ancora, molte sorprese.