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La Corte d'appello di Reggio Calabria ha assolto, perché' il fatto non sussiste, Giuseppa Franco, difesa dagli avvocati Francesco Calabrese e Giulia Dieni, dall'accusa di associazione mafiosa, per cui era stata condannata a 12 anni nel processo abbreviato scaturito dall'operazione Tnt 2. L'indagine era stata condotta nel 2015 dai Carabinieri che sequestrarono tritolo dello stesso tipo di quello contenuto nelle stive della nave Laura C, affondata durante l'ultimo conflitto mondiale nei fondali antistanti Saline Joniche. I reati contestati a vario titolo erano di associazione di tipo mafioso; concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti, aggravati dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; detenzione, trasporto e cessione di esplosivo bellico del tipo "C-4" aggravato dalle modalità mafiose; concorso in tentata estorsione aggravato dalle modalità mafiose.
Esclusa l'aggravante mafiosa
L'accusa di associazione mafiosa e' caduta anche per altri tre imputati, Stefano Porchi, difeso dall'avvocato Giovanni De Stefano, Massimo Murina e l'imprenditore Filippo Gironda. Esclusa anche l'aggravante mafiosa per tre capi di imputazione, la Corte accogliendo parzialmente le richieste del pg Adriana Fimiani ha rideterminato le pene in 5 anni e 4 mesi di reclusione e 16 mila euro di multa per Stefano Porchi, difeso dall'avvocato Giovanni De Stefano; in 4 anni di reclusione e 22 mila euro di multa per Massimo Murina; in 4 anni di reclusione e 6 mila euro di multa per Filippo Gironda; in 2 anni e 8 mesi di reclusione e 2400 euro di multa per Giovanni Ambroggio.
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I giudici di Appello hanno dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Franco, per estinzione del reato per la morte dell'imputato. Confermata la condanna del gup per Giuseppe Zampaglione, a 4 anni di reclusione per detenzione e trasporto di tritolo. (AGI)