Tra i beni sotto chiave anche tre appartamenti di cui Nicola Chiefari sarebbe proprietario a Guardavalle. L’uomo nell’aprile 2021 è stato coinvolto nell’inchiesta “Geppo-Calatruria”
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Un'azienda attiva nel settore di scavo a Montevarchi, 12 conti correnti, un immobile a Bucine, 15 terreni nell'Aretino, tra Bucine e Montevarchi, tre unità immobiliari in provincia di Catanzaro, a Guardavalle, rapporti bancari e veicoli, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. È il sequestro di beni che i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Arezzo stanno eseguendo dall'alba di oggi tra Toscana e Calabria nei confronti di Nicola Chiefari, imprenditore calabrese di Guardavalle, da anni trapiantato nell'Aretino, ritenuto collegato alla cosca di 'ndrangheta dei Gallace. Tra le società sequestrate anche Idrogeo, coinvolta nell'inchiesta sullo smaltimento illecito del Keu, il residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, utilizzato nei cantieri stradali della Strada regionale 429 Empoli-Castelfiorentino.
Sussiste una «consistente sproporzione tra i redditi dichiarati dall’imprenditore e il patrimonio ad esso riconducibile», secondo i giudici che ipotizzano un illecito arricchimento, oggetto del sequestro.
Nicola Chiefari sebbene risulti essere un dipendente della Idrogeo, si legge nel decreto, «appare in grado di incidere significativamente sulle decisioni societarie, tanto da strumentalizzare l’impresa anche alla soddisfazione di esigenze personali, come dimostrato dal fatto che abbia fatto assumere due pluripregiudicati allo scopo di procedere alla ristrutturazione di alcuni appartamenti intestati alla figlia».
La ‘ndrangheta in Toscana
«Sebbene il provvedimento eseguito non sia definitivo – si legge nella nota del comando generale dei carabinieri – si tratta di una pronuncia importante in quanto dimostrativa della presenza del crimine organizzato di tipo ‘ndranghetista nel distretto toscano, su cui massima è l’attenzione dell’autorità inquirente e giudiziaria». Il sequestro passerà al vaglio ulteriore del tribunale di Firenze, nel contraddittorio delle parti il prossimo 7 maggio per stabilire se il patrimonio potrà essere confiscato.
Il provvedimento è stato adottato dal tribunale di Firenze - Ufficio misure di prevenzione, su richiesta della Dda fiorentina. Gli accertamenti patrimoniali condotti dal Ros, su delega della Procura Distrettuale di Firenze, sono scaturiti da altri procedimenti che hanno interessato l'imprenditore, in particolare il riferimento, si spiega in una nota, è all'operazione “Geppo/Calatruria” che nell'aprile 2021 ha portato a misure cautelari nei confronti di 17 persone, "gravemente" indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare e altri reati aggravati sia dal metodo mafioso che dall'avere agevolato la cosca Gallace.
L'indagine si è anche "nutrita delle risultanze" delle inchiesta toscana sul Key. Gli approfondimenti patrimoniali avrebbero consentito di accertare una consistente sproporzione tra i redditi dichiarati dall'imprenditore e il patrimonio allo stesso riconducibile, "ipotizzando un illecito arricchimento che è stato colpito dal sequestro antimafia".