Le indagini

’Ndrangheta, sequestrate aziende e conto correnti a un imprenditore vicino alla cosca Forastefano-Abbruzzese

L’operazione dei militari delle fiamme gialle ha riguardato anche i patrimoni aziendali del 37enne Gianfranco Arcidiacono nei procedimenti penali Gentleman II, Kossa e Athena
 

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di Redazione Cronaca
15 ottobre 2024
08:07

Questa mattina i militari del Servizio Centrale Ico e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione al decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione, con cui è stato disposto il sequestro di tre società e relativi patrimoni aziendali, comprendenti numerosi autoveicoli, tre unità immobiliari e conti correnti, riconducibili a un uomo ipotizzato come contiguo alla cosca Forastefano-Abbruzzese”, e che rientrerebbe nella categoria dei soggetti connotati da “pericolosità qualificata". Si tratta di Gianfranco Arcidiacono, 37 anni, imprenditore nel settore edile

Ciò in considerazione del suo coinvolgimento nei procedimenti penali, convenzionalmente denominati Gentleman II, Kossa e Athena, che hanno riguardato la citata organizzazione criminale operante nella Sibaritide, nei quali, rispettivamente, sono stati ipotizzati i reati di partecipazione all’associazione dedita all’importazione internazionale di sostanze stupefacenti, truffa ai danni dello Stato e violenza privata, tutti reati aggravati dall’agevolazione della cosca e commessi nel periodo compreso tra l’anno 2017 e il 2023.


I predetti procedimenti, anche a carico del soggetto destinatario dell’odierno decreto, sono attualmente nella fase del giudizio, e in particolare il processo penale “Gentleman II”, nel quale l’attività di indagine è stata caratterizzata dall’utilizzazione degli strumenti della cooperazione internazionale, pende in fase di trattazione del giudizio abbreviato davanti al GUP di Catanzaro, analogamente il processo penale per l'operazione “Athena” pende in fase di trattazione del giudizio abbreviato, mentre il processo “Kossa”, “pende in fase di giudizio di appello proposto avverso la sentenza di condanna.

Si tratta di provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro – Seconda Sezione Penale – Ufficio Misure di Prevenzione nell’ambito del procedimenti di prevenzione, sulla base delle articolate indagini economico - patrimoniali coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – D.D.A. ed eseguiti dagli specialisti della Sezione Misure di Prevenzione - Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale S.C.I.C.O. e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, con riguardo alla posizione reddituale del destinatario, e dei familiari, volte a verificare la effettiva disponibilità, la provenienza dei beni e la sproporzione del relativo valore rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. Il provvedimento è stato disposto in via anticipata, in attesa del contraddittorio che avrà luogo dinanzi al Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione nel procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per la confisca dei beni, che è ancora in corso.

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