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Il Tribunale di sorveglianza di Catanzaro ha rimesso in libertà l'ex vice brigadiere dei carabinieri Vincenzo Alcaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, concedendogli la misura alternativa dell'affidamento in prova ai servizi sociali. Il provvedimento é stato adottato in accoglimento delle tesi avanzate dai difensori di Alcaro, gli avvocati Antonio Ludovico e Sergio Callipari.
L'ex vicebrigadiere era stato coinvolto nell'operazione denominata "Showdown" e condannato alla pena definitiva di sei anni di reclusione in quanto ritenuto stabilmente a disposizione della cosca Sia della 'ndrangheta, operante nella zona del soveratese, «al fine di acquisire e fornire, in ragione della sua specifica funzione - era detto nel capo d'imputazione - informazioni in ordine ad attività investigative che potessero interessare lo stesso gruppo criminale che, contando sulla sua collaborazione, ne sarebbe stata rafforzata e agevolata». Alcaro ha ottenuto il beneficio, riferiscono i suoi difensori, «anche grazie alla condotta esemplare tenuta nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove il suo percorso trattamentale è stato definito encomiabile, avendo egli dato conferma di rigore morale e totale rispetto delle istituzioni».