REGGIO CALABRIA - A largo delle coste reggine, a Saline Ioniche, riposa la carcassa della Laura C. Un gigante silenzioso di tubi e sbarre, ingoiato dal mare nel 1941. Non un relitto qualunque però. Perché il piroscafo, nelle sue stive, custodisce ancora tritolo in buone condizioni. A quella scorta di esplosivo, più volte avrebbe attinto la ‘ndrangheta. Dalla pancia della Laura C, che giace ad appena 50 metri di profondità, venne addirittura estratto, si dice, il tritolo usato per la strage di Capaci.  Da quattro giorni i subacquei di Polizia e Marina Militare, lavorano per svuotare il relitto dall’esplosivo custodito nel cuore dello stretto per oltre 60 anni. Che nonostante i decenni e le condizioni di conservazione tutt’altro che favorevoli, ha conservato intatto il suo potenziale detonante.  Stamani le operazioni di recupero, che si sono svolte alla presenza del procuratore capo di Reggio Federico Cafiero De Raho,  hanno portato all’estrazione e al successivo sequestro di 121 panetti di tritolo, dal peso di 200 grammi con un foro al centro per predisporne l’innesco.  I sub della Marina militare del Comsubin di La Spezia continueranno ad immergersi anche nei prossimi giorni. Una volta recuperato tutto il tritolo possibile,  le stive della Laura C verranno sigillate per sempre, cementificate con il loro carico residuo. I campioni di esplosivo, nelle prossime settimane, verranno confrontati con quello utilizzato o sequestrato, in recenti operazioni criminali.

 

La conferenza stampa. «La definitiva bonifica della "Laura Cosulich" è ormai prossima». Lo ha detto il questore di Reggio Calabria Guido Longo incontrando i giornalisti per illustrare le operazioni che hanno portato al recupero di 121 panetti di tritolo, recuperati dai sommozzatori della Marina Militare Italiana, in forza al Comando subacquei incursori di La Spezia. «Si è lavorato ai massimi livelli di sicurezza - ha spiegato Longo - ma oltre non si può andare. All'interno della nave, infossata sul fondo con la prua verso la costa, ci sarebbe ancora una quantità imprecisata di esplosivo, forse qualche tonnellata. Per questo abbiamo effettuato alcuni sopralluoghi tecnici per vedere come chiudere le tre aperture delle stive. Si tratta di aperture poco ampie, ed è necessaria una certa perizia per accedervi. Ma ancora per poco. Nei prossimi giorni procederemo alla chiusura definitiva di questi varchi, e renderemo impossibile l'ingresso nella nave». Longo ha ricostruito le alterne vicende che hanno riguardato la Laura C ed i vari tentativi portati avanti nel tempo per la bonifica. «Nel frattempo, molto di quell'esplosivo è risultato in possesso delle cosche della 'ndrangheta - ha detto Longo - ed è stato utilizzato non solo per atti intimidatori in questa città, ma anche nel resto della penisola. Con questo intervento contiamo di chiudere definitivamente questa vicenda». 

 

Le dichiarazioni del Procuratore De Raho. «La motonave "Laura C" per anni è stata "fonte di approvvigionamento" per le cosche della 'ndrangheta del reggino, ma con le operazioni di recupero dell'esplosivo ed altre che inizieranno a breve l'obiettivo è impedire in modo certo il prelievo. Sulla quantità di tritolo trasportata dalla Laura C - ha detto Cafiero de Raho - non c'è certezza. Si è parlato di oltre una tonnellata, ma secondo alcune fonti potrebbe essere molto di più. La maggior parte dell'esplosivo è nelle stive ed è difficilmente accessibile, visto che occorrono attrezzature particolari e grande esperienza. Con l'operazione chiusa in questi giorni abbiamo tolto tutto quello che era in zone più accessibili. In passato un esplosivo corrispondente a quello della Laura C - ha aggiunto il magistrato - è stato usato per alcuni attentati. Era stata fatta anche una colata di cemento per impedire l'accesso alla nave, ma è servito a poco visto che i varchi sono stati riaperti. Adesso abbiamo tolto tutto quello che era più facilmente raggiungibile ed a breve faremo un intervento ancora più decisivo. Fino ad allora proseguirà la vigilanza sul relitto».