“Libro nero”, la Dda di Reggio Calabria vuole processare affiliati e persone contigue alla cosca Libri. Spiccano i politici Alessandro Nicolò e Demetrio Naccari. Sebi Romeo accusato di corruzione
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio dei 17 imputati del processo “Libro nero” che vede alla sbarra diverse persone con l’accusa di appartenere o essere comunque collegate alla potente cosca Libri di Reggio Calabria. Nelle scorse settimane era arrivato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Ora, come da procedura, arriva la richiesta di rinvio a giudizio con contestuale fissazione dell’udienza preliminare per il prossimo 29 luglio davanti al gup distrettuale, dottor Quaranta.
I Berna fuori dal procedimento principale
Nell’elenco dei nomi, balzano subito agli occhi alcuni aspetti importanti: non figurano né Demetrio né Francesco Berna, che avevano rappresentato uno degli elementi fondanti dell’inchiesta di un anno fa. Per loro si procede separatamente. Com’è noto, infatti, soprattutto Francesco Berna ha iniziato un percorso dichiarativo che lo ha portato a rendere importanti propalazioni all’autorità giudiziaria anche per quanto concerne altre inchieste. Le sue dichiarazioni, da imprenditore vessato dalla ‘ndrangheta ma poi anche contiguo, hanno permesso alla Dda di scardinare un sistema – quello legato al mondo dell’edilizia – sempre nelle mire delle cosche cittadine e non.
Figura ancora Sebi Romeo
Fra i nomi che figurano, vi è anche quello dell’ex capogruppo Pd in Consiglio regionale, Sebi Romeo, il quale – lo ricordiamo – non è imputato per mafia. Nessun cambio d’orientamento da parte della Dda reggina, dunque, nonostante la pronuncia della Cassazione in fase cautelare che aveva, di fatto, ridimensionato l’impianto accusatorio, annullando senza rinvio tanto l’ordinanza del gip quanto quella emessa da parte del Tribunale del Riesame. Sia per Sebi Romeo che per Francesco Romeo, il sottufficiale della Guardia di Finanza imputato con l’ex consigliere regionale e con Concetto Laganà di un episodio corruttivo finalizzato all’assunzione di una persona in una ditta di autotrasporti in cambio di notizie coperte da segreto investigativo.
Il decesso di Tortorella
E ci sarà un altro grande assente nel processo “Libro nero”. Si tratta di Giuseppe Demetrio Tortorella, deceduto qualche settimana fa, e accusato di essere il terminale politico della cosca Libri. Ossia colui il quale faceva da collettore di voti, incontrando diverse persone all’interno del suo studio odontoiatrico.
La politica alla sbarra
Ma il processo “Libro nero” promette anche di consentire di approfondire quello che è stato il ruolo di alcuni importanti politici finiti nell’inchiesta. Parliamo soprattutto di Alessandro Nicolò, l’ex consigliere regionale accusato di associazione mafiosa, per aver fatto parte della cosca Libri, assicurando agli appartenenti al clan benefici di vario genere come procacciamento di poti di lavoro, attribuzione di incarichi fiduciari in enti locali; risoluzione di problematiche varie con le amministrazioni pubbliche, aggiudicazioni di appalti. Il tutto in cambio di ingenti pacchetti di voti procurati dalla ‘ndrangheta in occasione delle diverse consultazioni elettorali. Per la Dda, dunque, Nicolò era l’uomo di riferimento delle cosche all’interno delle istituzioni.
Fra gli imputati vi è anche l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, accusato di aver stretto uno «stabile solido e proficuo pactum sceleris con i rappresentanti delle più potenti articolazioni territoriali (cosche Libri, Alampi, Serraino, Condello), operanti nel mandamento di Reggio Calabria». Anche nel caso di Naccari, per la Dda, vi era la richiesta e la ricezione di voti per sé e per le persone da lui indicate e come controprestazione avrebbe offerto la propria disponibilità per l’aggiudicazione di appalti, la risoluzione di problematiche, l’assunzione in enti pubblici o privati di affiliati o soggetti vicini al sodalizio, il conferimento di incarichi pubblici. Per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa.
LEGGI ANCHE: La carriera dei tre politici coinvolti nell’operazione anti ‘ndrangheta
Le accuse di associazione mafiosa
Sono, invece, accusati di associazione mafiosa: Antonino Caridi, Saverio Pellicanò, Rosa Libri, l’avvocato Giuseppe Putortì, Gianpaolo Sarica, Giuseppe Libri, Giuseppe Serranò, Giuseppe La Porta, Antonio Zindato.
L’elenco degli imputati
Caridi Antonino
Libri Giuseppe
Libri Rosa
Pellicanò Saveri
Putortì Giuseppe
Sarica Gianpaolo
Serranò Giuseppe
La Porta Giuseppe
Presto Antonio
Sartiano Stefano
Naccari Carlizzi Demetrio
Nicolò Alessandro
Romeo Sebastiano
Romeo Francesco
Laganà Concetto
Repaci Pasquale
Zindato Antonio