Delineate le gerarchie all’interno della struttura mafiosa con sede nella frazione di Vibo Valentia duramente colpita dall'operazione Rimpiazzo coordinata dalla Dda di Catanzaro
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Era una struttura divisa fra "Società maggiore" e Società minore" il locale di 'ndrangheta di Piscopio, nato con la "benedizione" del "Crimine" reggino e di alcuni clan storici della criminalità organizzata calabrese come i Commisso di Siderno e gli Aquino di Marina di Gioiosa Ionica. Il reato di associazione mafiosa viene contestato a Nazzareno Fiorillo, alias “U Tartaru”, indicato come il promotore del “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio; Salvatore Giuseppe, detto Pino, Galati, indicato quale “capo società” della consorteria; Michele Fiorillo, alias “Zarrillo”, ritenuto il “contabile” del clan; Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”, fra i promotori del “locale” di ‘ndrangheta; Raffaele Moscato, attuale collaboratore di giustizia, appartenente alla “società maggiore” del clan dei Piscopisani; Giovanni Battaglia, fratello di Rosario, indicato quale organizzatore del clan.
Stefano Farfaglia e Angelo David avrebbero detenuto il grado di “picciotto”, ma sarebbero stati in procinto di ricevere il grado di “sgarrista”, partecipando a rapine e danneggiamenti. Sacha Fortuna, fratello di Davide Fortuna (ucciso dal clan Patania sulla spiaggia di Vibo Marina nel luglio del 2012), è invece accusato di essere affiliato al clan dei Piscopisani con il grado di “picciotto” ma in procinto di ricevere il grado di “sgarrista”, con compiti nel traffico di stupefacenti e nel reperimento, custodia e occultamento di armi e munizioni. Nazzareno Galati, Benito La Bella e Francesco Felice vengono invece indicati quali uomini di fiducia di Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”, Nazzareno Felice avrebbe poi avuto il compito di mantenere i rapporti con gli altri clan attivi nel Vibonese, mentre Pasquale Fiorillo avrebbe messo a disposizione degli associati la propria abitazione affinchè si tenessero le riunioni. Le contestazioni coprono un arco temporale che va da epoca antecedente al 2009 sino all’attualità. Il clan dei Piscopisani, oltre che a Piscopio, avrebbe operato a Longobardi, Bivona, Vibo Marina, Portosalvo. Il clan di Piscopio avrebbe mantenuto solide alleanze con il clan Bonavota di Sant’Onofrio, Tripodi di Portosalvo, Commisso di Siderno, Aquino di Marina di Gioiosa Ionica, Catalano e D’Onofrio stanziati a Torino.
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