Il Tribunale collegiale di Palmi, presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, al termine del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Orso” scattata nel luglio 2014, ha condannato Domenico Gallico, 59 anni, di Palmi, a 3 anni e cinque mesi di reclusione, e Teresa Gallico, 69 anni, a 3 anni e 9 mesi. Previa esclusione delle aggravanti mafiose, i giudici hanno poi dichiarato la prescrizione per Vincenzo Parisi, 51 anni, di Palmi, Daniele De Salvo, 35 anni, di Palmi, e Santina Iannino, 34 anni, di Palmi.

 

Assoluzioni “per non aver commesso il fatto” poi per Domenico Gallico, Teresa Gallico e Vincenzo Parisi per i reati commessi in epoca successiva al 27 agosto del 2008. Assolti quindi anche Carmelo Gallico, 54 anni, di Palmi e Domenico De Salvo 48 anni, e per altra contestazione pure Vincenzo Parisi e Daniele De Salvo, 35 anni.

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Previa esclusione delle aggravanti mafiose, prescrizione, infine, per Giuseppe Cosentino, 64 anni, Antonino Cosentino, ed Emanuele Cosentino, 31 anni, latitante. Per i primi è stata altresì dichiarata la perdita di efficacia della misura cautelare e ne è stata ordinata l’immediata liberazione se non detenuti per altro. Dissequestrata la porzione di fabbricato sito a Palmi in via Buozzi intestato a Domenico De Salvo, e dissequestrata anche la società “C & C di Cosentino Antonino & C.” Gli imputati sono tutti di Palmi.

 

L`avvocato Guido Contestabile difendeva Giuseppe e Emanuele Cosentino, mentre Antonino Cosentino era difeso dagli avvocati Contestabile e Ceravolo. Nel collegio di difesa anche gli avvocati Managò, Putrino e Montalto.

 

L'inchiesta sulla cosca Gallico

L’operazione denominata “Orso” rappresenta un’ulteriore importante tappa dell’azione di contrasto sviluppata, negli ultimi anni, nei confronti della cosca Gallico, operante a Palmi, unanimemente considerata una delle strutture criminali più potenti e temibili della ‘ndrangheta calabrese operante nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

 

L’inchiesta fa luce sulla governance del patrimonio immobiliare riconducibile alla cosca Gallico, individuato a Palmi e nella Capitale, nonché sulle capacità della consorteria di manovrare nel suo interesse una moltitudine di soggetti disponibili a fungere da prestanome onde consentire agli accoliti di schermarne il patrimonio, soprattutto nel settore immobiliare. L’esistenza e l’operatività, a Palmi e territori limitrofi, della cosca Gallico risale alla fine degli anni ’70, quando era in corso una sanguinosa faida fra le famiglie Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano da un lato e Condello-Bruzzise dall’altro.

 

Giuseppe Baglivo