Nuovo colpo per il clan di 'ndrangheta dei Piscopisani. La Polizia di Stato, attraverso l’attività del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Vibo Valentia, Catanzaro e Bologna, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di alcuni esponenti del clan dei “Piscopisani” arrestati, lo scorso 9 aprile, nell’ambito dell’operazione “Rimpiazzo”.

I reati contestati

Il provvedimento ablatorio riguarda numerosi beni mobili e immobili, nonché società e imprese individuali, ubicati nelle province di Vibo Valentia e Bologna, nonché quote societarie, la cui titolarità è riconducibile a persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dal metodo mafioso.

I beni sequestrati

Fra i beni sequestrati anche il locale “Mamma non Vuole”, ubicato in piazza Michele Morelli di Vibo Valentia e di proprietà di Benito La Bella, accusato di associazione mafiosa (clan dei Piscopisani) in qualità di persona di fiducia di Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”. Gli viene poi contestata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (oltre a singoli episodi di spaccio di stupefacenti) e il concorso in estorsione aggravata dalle finalità mafiose.

 

I provvedimenti hanno colpito le quote societarie della Ritadele sas riconducibile a Giovanni Battaglia, 37 anni (detenuto); fabbricati, terreni e azienda Brogna auto di Giuseppe Brogna, 62 anni (detenuto); appartamenti e terreni di Stefano Farfaglia, 37 anni (detenuto); Fabbricati e il panificio San Pio di Nazzareno Fiorillo, 55 anni (detenuto); appartamenti tra Vibo e Bologna intestati a Maria Concetta Immacolata Fortuna, 62 anni e infine il Baretto sito a Piscopio di Nazzaro Galati, 30 anni.