Nuovo collaboratore di giustizia nella Piana di Sibari. La circostanza è emersa nell'ultima udienza del processo di secondo grado dell'inchiesta "Kossa", l'operazione antimafia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei territori di Cassano Ionio e Corigliano Rossano, allorquando Luca Talarico si è collegato in videoconferenza da un sito riservato. L'imputato, in primo grado, era stato condannato a 12 anni di carcere, mentre il processo d'appello di "Kossa" è giunto quasi all'epilogo. Il rito abbreviato, salvo rinvii, dovrebbe concludersi nel mese di maggio 2024, dopo le ultime discussioni difensive che hanno concluso la carrellata di interventi degli avvocati difensori.

Secondo l'ufficio di procura, coordinato dal procuratore vicario Vincenzo Capomolla, Luca Talarico sarebbe partecipe dell'associazione mafiosa riconducibile ai Forastefano. Per i pm antimafia sarebbe inoltre un "prestanome" del clan di Cassano Ionio e nel corso del tempo avrebbe anche riscosso il "pizzo" nell'ambito delle presunte attività estorsive condotte dalla cosca, nonché sarebbe stato attivo nella sospetta perpetrazione di truffe in danno dell'Inps e di società di lavoro interinale.

Il pm Alessandro Riello, che ha coordinato l'indagine "Kossa", sostiene che Luca Talarico, in qualità di "prestanome" del presunto clan "Forastefano", abbia consentito alla cosca di «penetrare nel settore agro-ortofrutticolo». Per la Dda di Catanzaro, Pasquale Forastefano è il presunto promotore, organizzatore e attuale "reggente" del sodalizio criminale, «in ragione della detenzione di suo padre Domenico, che n'è il capo storico», coadiuvato da Alessandro Forastefano, presunto promotore e organizzatore, e infine da Domenico Massa, «uomo di fiducia e consigliere di Pasquale Forastefano».