È in corso dalle prime luci dell’alba in Vibo Valentia un’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia che stanno eseguendo cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emessi nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti  a vario titolo responsabili di omicidi commessi nel 2013 a Mileto, che si inquadrano nella faida tra le famiglie Mesiano e i Corigliano. La faida ebbe inizio il 18 luglio 2013 con l'omicidio di Giuseppe Mesiano, panificatore di 60 anni, che ebbe la sua risposta nell'uccisione di Angelo Antonio Corigliano, il 20 agosto successivo.

Gli indagati

Gli indagati (molti di quali difesi dall'avvocato Michelangelo Miceli) sono in totale 12: Giuseppe Corigliano, 80 anni, di Mileto (carcere); carcere pure per Francesco Mesiano, 45 anni, già condannato per l'omicidio del piccolo Nicolas Green (settembre 1994); Vincenzo Corso, 45 anni, di Mileto, cognato dei Mesiano (carcere); Gaetano Elia, 51 anni, di Mileto (carcere); Giuseppe Ventrici, 41 anni, di Mileto (carcere). Nuova ordinanza in carcere (già detenuti per l'operazione antidroga Stammer) per i cugini Salvatore e Pasquale Pititto, di Mileto; e poi per: Rocco Iannello, 43 anni, di Mileto; Domenico Iannello, 41 anni, di Mileto. Indagati pure: Marangela Mesiano, 39 anni, di Mileto; Pasquale Mesiano, 41 anni, di Mileto. Antonio Mesiano, 30 anni, di Mileto. 

Le contestazioni

L'omicidio di Angelo Antonio Corigliano viene contestato a: Vincenzo Corso, Gaetano Elia, Domenico Iannello, Francesco Mesiano, Pasquale Pititto e Salvatore Pititto. L'omicidio di Giuseppe Mesiano viene invece contestato a: Giuseppe Corigliano che avrebbe agito in concorso con Angelo Antonio Corigliano(quest'ultimo poi ucciso il 20 agosto 2013) e Giuseppe Ventrici. L'accusa di tentata estorsione ad un supermercato di Giuseppe Corigliano con sede a Capoo Vaticano viene contestata a Francesco Mesiano, così come pure quella di minaccia. Reati aggravati dalle modalità mafiose. Sempre a Mesiano Francesco e Rocco Iannello viene pure contestato un incendio. L'omicidio di Angelo Antonio Corigliano, 30 anni, camionista di Calabrò (frazione di Mileto, foto in basso) è avvenuto il 20 agosto 2013 nella centralissima via Vittorio Emanuele a Mileto alle 15.30. La vittima è stata raggiunta da nove colpi di pistola calibro 9x21. Angelo Antonio Corigliano, emigrato per lavoro a Milano, si trovava alla guida di un'auto, una Fiat Punto di colore rosso, ed era da pochi giorni rientarato a Mileto per un periodo di ferie. Nel vano porta oggetti dell'auto, i carabinieri trovarono all'epoca una pistola calibro 7,65 con il colpo in canna che la vittima non ha fatto in tempo ad usare. Tale fatto di sangue è stata la risposta all'omicidio di Giuseppe Mesiano (18 luglio 2013), ucciso nella sua casetta di campagna intorno alle ore 19 in località "Pigno". A fare la macabra scoperta furono i familiari che non vedendolo rientrare a casa si portarono in campagna dove la vittima era solita trascorrere i pomeriggi. Giuseppe Mesiano (padre di Francesco Mesiano,già condannato per l'omicidio del piccolo Nicolas Green, il bimbo americano ucciso per errore sull'autostrada nel settembre 1994) è stato trovato crivellato di colpi (almeno cinque) esplosi da una pistola che ha aperto il fuoco da distanza ravvicinata. Due colpi hanno raggiunto la vittima al volto. A contribuire alla ricostruzione dei fatti di sangue ci sono anche le dichiarazioni di Oksana Verman, di nazionalità ucraina, ma residente a Vibo Valentia, amante di Salvatore Pititto. La donna dal febbraio del 2017, dopo essere stata arrestata nell'operazione antidroga denominata "Stammer", ha deciso di collaborare con la giustizia. 

 

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro. Alle 11:00 al comando provinciale carabinieri di Vibo Valentia si terrà una conferenza stampa presieduta da procuratore capo della Dda di Catanzaro.