C’è anche il boss reggino Orazio De Stefano fra le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott” che ha disarticolato le organizzazioni di ‘ndrangheta operanti nel territorio del Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi (per leggere tutti i nomi CLICCA QUI). L’uomo, noto esponente di spicco dell’omonima consorteria reggina, poco più di un anno fa era stato assolto dall’accusa mossa nel processo “Trash” che aveva fatto luce sugli interessi della cosca De Stefano bel business dei rifiuti.

I rapporti tra il clan Mancuso e i De Stefano

La presenza di un De Stefano all’interno dell’inchiesta concernente la cosca Mancuso non deve sorprendere: sono abbastanza datati nel tempo, infatti, i rapporti esistenti fra il potente casato ‘ndranghetistico vibonese e quello reggino. Proprio De Stefano e Mancuso rappresentano due fra le più influenti famiglie non solo a livello calabrese ma nazionale. Come amano spesso ripetere gli inquirenti che si occupano di indagare gli appartenenti a tali consorterie, i Mancuso sono territorialmente vibonesi, ma fanno “provincia” con Reggio Calabria. Come dimenticare, infatti, ciò che narrano diversi collaboratori di giustizia in merito alla riunioni che si tennero anche in territorio vibonese nel periodo delle stragi di mafia, quando Cosa nostra chiese alla ‘ndrangheta di far parte del gruppo di fuoco.

La borghesia mafiosa

Ciò a riprova del forte legame esistente fra Mancuso e De Stefano, protagonisti dell’ascesa delle nuove generazioni e soprattutto di quella ‘ndrangheta che, come sta emergendo anche nella giornata odierna, è in grado di interfacciarsi con professionisti di altissimo profilo, politici e imprenditori e traendo dal loro sostegno linfa vitale per raggiungere traguardi altrimenti impensabili.