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È durata circa quattro ore oggi la requisitoria del pubblico ministero dell’Antimafia Vincenzo Capomolla per i 29 imputati, coinvolti nell’operazione “Showdown”, condotta dai carabinieri e dalla Dda di Catanzaro contro presunti appartenenti alla cosca Sia-Procopio-Tripodi attiva nell’area jonica del Soveratese. Il pubblico ministero ha ripercorso i fatti oggetto dell’indagine, che hanno avuto inizio con la scomparsa di Giuseppe Todaro, un caso di “Lupara bianca”, avvenuta il 22 dicembre 2009 per poi motivare i singoli capi di accusa a carico degli indagati che rispondono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacenti, usura, furti, estorsioni, lesioni, occultamento di cadavere, favoreggiamento personale. Pesanti le richieste di pena invocate in aula bunker davanti al tribunale collegiale e che vanno dai 24 a un anno di reclusione. In particolare il pm ha chiesto le condanne di Giuseppe Agresta, Simone Borelli e Pietro Cristofaro a 6 anni e 6 mesi di reclusione, Sandrina Froio 3 anni, Antonio Pantaleone Gullà 20 anni, Pasqualino Greco 13 anni, Luca Iiritano 9 anni, Michele Lentini 24 anni, Vincenzo Liotta 3 anni, Salvo Gregorio Mirarchi 3 anni, Giovanni Nativo 6 anni, Giuseppe Pileci 13 anni, Cristian Giuseppe Pirelli un anno, Emanuel Procopio 9 anni, Fiorito Procopio 24 anni, Francesco Procopio 13 anni, Laura Procopio 5 anni, Davide Sestito 20 anni, Alberto Sia 18 anni, Mario Franco Sica 13 anni, Emanuela Spadea 4 anni, Lucia Tassone 5 anni, Maurizio Tripodi 24 anni, Luigina Tripodi 4 anni, Vito Tripodi 5 anni, Andrea Vono 6 anni. Mentre ha chiesto l’assoluzione per Saverio Mirarchi, Massimo Procopio, Giandomenico Rattà e per l’ex vice sindaco di Soverato Teodoro Sinopoli. Poi la parola è passata all’avvocato Orlando Sapia che per il suo assistito, l’imputato Giovanni Nativo ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste e in subordine per non averlo commesso. Il Tribunale collegiale ha rinviato l’udienza al prossimo 23 settembre per la prosecuzione delle arringhe difensive. Il blitz fu portato a termine in due diverse tranche, una scattata all’alba del 15 dicembre 2011, per l’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di diciotto persone, e una che risale al 10 maggio 2012, per la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di dodici persone e dell'obbligo di firma per altre tre. Questo è l’unica tranche del processo ancora pendente, le altre si sono concluse in primo e secondo grado.
Gabriella Passariello