«Continuiamo a lavorare con lo stesso impegno. E il lavoro, l'impegno, portano sempre a risultati». È la risposta sibillina con cui il capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha replicato alla domanda («Dobbiamo attenderci novità giudiziarie nell’imminente futuro?») che la redazione romana del gruppo LaC gli ha posto a margine del convegno "Legalità e solidarietà – Diritti ed etica per un welfare moderno", promosso dall’Inps a Roma.

Gratteri, dunque, comprensibilmente non asseconda indiscrezioni sulle operazioni che la Procura avrebbe in programma, ma di certo le sue parole non fanno dormire sogni tranquilli a chi teme l’incedere investigativo della Dda di Catanzaro. Gratteri non considera il lavoro concluso, sebbene il suo incarico sia in scadenza, visto che tra circa un anno dovrà lasciare la Calabria. Ma per ora non ha nessuna intenzione di tirare le somme.

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«Non è ancora momento di bilanci - ha dichiarato al microfono de La Capitale -, penso che faremo ancore tante cose con la mia presenza a Catanzaro. Ma tante cose le abbiamo già fatte, penso alla  nuova sede della Procura che consente un risparmio di un milione e 700mila euro l'anno, alla realizzazione dell’aula bunker che ci ha dato la possibilità di fare più maxiprocessi, a cominciare da  Rinascita Scott che si è potuto celebrare in Calabria, che è un fatto simbolico ma anche un fatto di sostanza, non fosse altro in termini di costi».

Infine, il suo pensiero va a chi lo sostiene e non perde occasione per esprime vicinanza a quello che ormai è un simbolo della lotta alla ‘ndrangheta: «Il fatto che abbiamo lavorato bene lo possiamo riscontrare soprattutto nella speranza che tante persone ripongono in noi».