Tutto è partito da una lettera postata sui social. E’ bastato questo, a scatenare polemiche e pareri contrastanti all’indirizzo di Klaus Davi, giornalista e massmediologo, nonché conduttore della trasmissione “Gli intoccabili”, in onda su LaC. La missiva, indirizzata  al nipote di uno tra i più feroci esponenti della storia della ‘ndrangheta, Giovanni Tegano, era stata pubblicata al fine di esortarlo a dissociarsi dalla  sua famiglia.

 

Davi, è stato oggetto di insulti violenti e omofobi  e anche di diverse minacce di morte, postati con nome e cognome su molti siti e su Facebook, spesso per mano di alcuni presunti affiliati, con procedimenti giudiziari in corso.

Non necessitano di interpretazione alcuni post :  "Ma sto pezzo di merda ancora che rompe le palle... spero davvero che qualcuno dia di matto e ti gonfi la faccia come una mongolfiera... brutto cesso", e poi: "pagliaccio", "spione", "non dimenticate che zio Totò (Riina) dice sempre 'pace all'anima sua'..." e i sessisti: "fatti un negro", "frocio di merda", fino a giungere a: "Se vieni in Calabria ti distruggiamo".

 

Come riporta il quotidiano on line “Affari Italiani”, la Procura di Reggio Calabria, guidata da Federico Cafiero De Raho, sta indagando da diverse settimane sulla natura di queste minacce e le indagini sono ancora in corso.

Lo stesso procuratore De Raho aveva espresso preoccupazione per l'incolumità del giornalista, durante i suoi soggiorni in Calabria,  in occasione di un intervento alla Camera dei Deputati lo scorso 19 maggio: «Quello di Davi – aveva riferito - è un giornalismo che potrebbe suscitare reazioni dei clan per questo, senza che lui lo sappia, lo facciamo seguire ovunque da polizia e carabinieri».