Sono 285 le persone alle quali la Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari relative a tre procedimenti che sono stati riuniti, Olimpo, Maestrale-Cartagho e Imperium, riguardanti tutti le cosche del Vibonese.

L'operazione Olimpo era scattata il 26 gennaio scorso ed aveva portato a 56 arresti, con un totale di 78 indagati. L'inchiesta Maestrale-Carthago è stata eseguita il 10 maggio scorso, con l'esecuzione di 61 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda ed un totale di 167 indagati presunti affiliati alle cosche Accorinti, Anello, Soriano e Galati. L'operazione Imperium, infine, risale al 6 luglio scorso, con il fermo di 4 persone e 48 indagati. L'inchiesta ha riguardato, in particolare, "l'impero" criminale della famiglia Mancuso.

Tra i fermati Assunto Megna, indicato dall'accusa come «punto di riferimento dei vertici apicali della cosca nel comprensorio di Nicotera Marina». Uno degli indagati è l'avvocato Francesco Sabatino, del Foro di Vibo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e uso di atto falso, in concorso col collaboratore di giustizia Andrea Mantella. Sabatino, in particolare, secondo l'accusa, avrebbe fatto uso di una scrittura falsa, allegata a un ricorso per Cassazione, al fine di ottenere l'annullamento di un'ordinanza emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro e fare scagionare lo stesso Mantella dall'accusa di estorsione.

Nella stessa inchiesta è indagato anche l'ex dirigente dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Cesare Pasqua, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di essere vicino alle cosche Mancuso e Fiarè. Coinvolto inoltre l'ex presidente della Provincia di Vibo ed ex sindaco di Briatico Andrea Niglia, accusato di truffa aggravata. Niglia, nella qualità di sindaco, avrebbe favorito in un concorso il coindagato Filippo Mazzeo, indicato dalla Dda come «soggetto di fiducia della criminalità organizzata». Tra gli indagati figura anche Pasquale Anastasi, ex direttore generale del dipartimento Turismo della Regione Calabria, accusato di traffico di influenze illecite aggravato dalle modalità mafiosa. Concluse le indagini, infine, anche per l'ex assessore regionale Francescantonio Stillitani e per il fratello Emanuele, accusati di estorsione aggravata.