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Appartamenti, ville e terreni in Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria: sono questi alcuni tra i beni per circa 18 milioni di euro confiscati in via definitiva a soggetti riconducibili alla famiglia Marando, cosca della 'ndrangheta egemone per anni in Piemonte facente parte della consorteria Perre-Marando-Agresta, strettamente legata alla famiglia dei Barbaro di Plati'.
Confiscato anche l'immobile di via Lombardore a Volpiano, nel torinese, teatro nel giugno '97 del triplice omicidio dei fratelli Antonio e Antonino Stefanelli e di Francesco Mancuso, per il quale Domenico Marando e' stato condannato con sentenza definitiva.
La Corte d'Appello di Torino ha confermato, accogliendo il ricorso della Procura locale, il decreto del Tribunale che aveva disposto la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di cinque soggetti appartenenti o vicini alla cosca. La confisca era stata emessa su proposta avanzata dal direttore della Dia a conclusione dell'operazione denominata "Marcos" del Centro operativo di Torino, che aveva portato nel 2010 all'arresto di 8 persone, responsabili del reato di riciclaggio aggravato, tra cui Domenico Marando, reggente della cosca omonima - fratello di Pasqualino, "storico" capo famiglia, vittima di un agguato nei primi anni del 2000 - il figlio Antonio, il fratello Nicola, il nipote Luigi. "Il patrimonio - spiegano gli investigatori della Dia - illecitamente acquisito dal gruppo familiare attraverso il reimpiego dei flussi di denaro provenienti dal narcotraffico, era stato affidato a Cosimo Salerno, a sua volta destinatario di misura di prevenzione personale, geometra originario di Bianco (Reggio Calabria) che sin dal 2000 si occupava di investire, per conto dei Marando, il denaro 'sporco' in attivita' ed imprese di costruzione e gestione immobiliare".