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Condanne per 162 anni di reclusione sono state inflitte a 35 persone nell’ambito dell’inchiesta ‘Insubria’ che ha smantellato tre locali di ndrangheta attive in Lombardia. Le condanne sono state emesse dal gip di Milano Fabio Antella che ha ridotto le pene formulate nelle scorse udienze da 370 a 162 anni di carcere.
Gli imputati sono tutti accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Durante le indagini i carabinieri del Ros di Milano aveva filmato, per la prima volta, i rituali di affiliazione alle cosche e sequestrato i quaderni contenenti i codici utilizzati durante le cerimonie.
L'indagine era partita alla fine del 2012 in seguito a una serie di atti intimidatori e attentati incendiari ai danni di imprenditori e politici locali. Condannati Michelangelo Chindamo, considerato il capo della locale di Fino Mornasco, è stato condannato a 5 anni di carcere, per lui i pm avevano chiesto 20 anni. 5 anni e 4 mesi e 8 anni e 10 mesi per Antonino Mercuri e Giuseppe Puglisi, rispettivamente al vertice delle locali di Calolziocorte e di Cermenate. Per loro i pm avevano chiesto 13 anni e 4 mesi e 14 anni e 10 mesi di reclusione. Tra gli imputati, la pena più alta è stata inflitta dal gup a Giuseppe Puglisi.