La ‘ndrangheta in Emila fa ancora parlare di sé. Cene, appalti, lottizzazioni. Tanti dubbi e poche certezze. Di certo il sottosegretario Graziano Delrio non è indagato nell’inchiesta Aemilia ciò che, invece, ancora non sappiamo con certezza è quale è stato il suo ruolo in tutta questa vicenda. Di sicuro c’è il viaggio a Cutro, la città del boss Grande Aracri, proprio nell’estate i cui ci si preparava alle elezioni comunali, c’è poi quell’incontro in prefettura per accompagnare la comunità cutrese. Delrio non ha mai smentito nulla e, di quell’incontro con il prefetto ne ha parlato il 17 ottobre 2012 quando fu sentito dai Pm della Dda di Bologna come persona infornata sui fatti. “Li ho accompagnati perché il prefetto potesse spiegare le ragioni… - si legge nel verbale dell’audizione - perché avessero garanzie che in tutto questo non c’era una vena anti-meridionalista o discriminatoria nei confronti della comunità”. Delrio racconta, come riferito sulle pagine de ilfattoquotidiano.it, che c’erano un po’ di paure tra la comunità cutrese in quanto molte aziende stavano perdendo commesse e c’era il timore di una criminalizzazione della loro gente.

 

L’allora sindaco Delrio non ricorda chi fossero i rappresentanti della comunità di Cutro ad accompagnarlo dal prefetto. Fa i nomi, ma senza certezza, degli allora consiglieri Pd Salvatore Scarpino e Antonio Olivo. Poi cita, sempre senza certezza, il consigliere comunale Pdl Rocco Gualtieri.

 

Ma i giudici vogliono vederci chiaro e parlano del famigerato viaggio a Cutro del 2009. “Sono andato a Cutro nel 2009 in occasione della festa del Santo Crocefisso che è una festa religiosa molto importante a Cutro. Noi abbiamo un gemellaggio” racconta Delrio ai magistrati. Quando, però, si parla del boss Nicolino Grande Aracri, l’allora sindaco risponde: “So che esiste Grande Aracri. Nicola non… non lo avevo realizzato”. Poi Delrio prosegue: “Non sapevo che era originario di Cutro. Sapevo che era calabrese, ma non sapevo che fosse originario di Cutro. Perché abita lì nel centro di Cutro? No, io non lo sapevo”.

 

Roberto Pennisi, sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia subito ribatte: : “Che tutta diciamo così, la criminalità organizzata proveniente da Cutro oggi si ispiri a Nicola Grande Aracri, penso che lo sappia anche lei se ha letto i giornali relativi agli interventi del prefetto”. Delrio risponde, tentennando un po’: “Sì, no, però io ho risposto alla sua domanda. Se lei mi chiede: ‘Sa che Francesco Grande Aracri è nativo di Cutro?’ La mia risposta è non lo so, non ne sono sicuro, cioè non lo ricordo francamente. So che è collegato alla ‘ndrangheta legata … diciamo… anche a Cutro”.

 

Delrio spiega, inoltre, di aver più volte parlato con la comunità cutrese, di gente per bene, tuttavia “c’è una specie di reticenza a denunciare – racconta Delrio - e a esporsi, come le ho detto prima, io ne sono consapevole che c’è questa reticenza”.

 

Intanto i Cinquestelle hanno annunciato che venerdì 6 febbraio chiederanno al parlamento le dimissioni da sottosegretario di Graziano Delrio in quanto da sindaco avrebbe dimostrato “sottovalutazione e leggerezza nell’affrontare un tema così delicato”.

 

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