La cosca cutrese attiva nelle province di Reggio Emilia, Parma e Crotone aveva, sostiene il gip distrettuale di Bologna, disponibilità di armi che trasportava, a seconda del bisogno, da Nord a Sud.
Un esempio narrato nelle carte dell’inchiesta Ten, che questa mattina ha portato all’arresto di cinque persone, riguarda il trasferimento di un fucile da Ghiardo di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, a Cutro. Si tratta di un semiautomatico a canna liscia, calibro 12 con matricola abrasa che il gruppo capeggiato da Giuseppe Arabia, classe ’66, doveva mettere a disposizione della “famiglia”.

Il fucile nel gommone

A maggio 2019, grazie all’attività di intercettazione, la Squadra Mobile di Reggio Emilia ha individuato e sequestrato l’arma che era stata nascosta dentro un gommone sgonfio di piccole dimensioni di colore rosso, a sua volta posto all’interno del vano di un altro gommone più grande, gonfio e pronto per la navigazione. Il trasportatore che è stato fermato dalla polizia aveva ricevuto il gommone direttamente da Giuseppe Arabia con il compito di trasportarlo a Cutro dove sarebbe stato preso in carico da Luigi Lerose.

A disposizione della “famiglia”

Lerose era andato, rivelano le intercettazioni, direttamente a Ghiardo di Bibbiano, a casa di Giuseppe Arabia, per visionare l’arma. Arabia esalta le qualità del fucile da caccia, un pezzo nuovo nuovo che doveva essere trasportato a Cutro per essere messo a disposizione della “famiglia”. Dalla conversazione, alla quale si unisce anche Nicola Arabia, gli inquirenti identificano la disponibilità di almeno tre fucili nelle mani del gruppo: quello che Giuseppe Arabia vuole spedire a Cutro, uno nella disponibilità di Salvatore Messina, uno custodito da Ismaele Del Vecchio, detto Isma.
Inoltre Giuseppe Arabia informa il figlio Nicola che il fucile sarebbe stato trasportato a Cutro da Luigi Lerose, scelto per la missione perché incensurato.
Sarà, infine, Giuseppe Arabia, classe ’89, a suggerire di spedire il fucile all’interno di un gommone, che sarebbe dovuto essere trasportato in Calabria da tale “Banana”. Luigi Lerose afferma che le munizioni per l’arma avrebbe potuto fornirle in grande quantità un certo Antonio di Crotone.

Il controllo a Lerose

Dopo la sua partenza dall’Emila Romagna Luigi Lerose viene fermato dalla Squadra Mobile e sottoposto a un controllo che dà esito negativo. Il fatto viene commentato dal gruppo che ironizza sul fatto che Lerose sia stato considerato alla stregua di Totò Riina.
L’episodio, però, induce Giuseppe Arabia classe ’66 a usare maggiore cautela nella spedizione del fucile e decide di chiamare un trasportatore chiedendogli di portare a Cutro una barca da consegnare al cugino Luigi Lerose con la raccomandazione di non toccare l’imbarcazione e non metterla in mare. Infine al trasportatore venivano date indicazioni per imboccare l’autostrada da Campegine e non da Reggio Emilia per evitare controlli.

L’arresto del corriere e le sue rivelazioni

Il carico del gommone sul camion e le indicazioni date al corriere erano state monitorate dalla polizia che aveva prontamente mandato una pattuglia a fermare il mezzo all’interno del quale era stato rinvenuto il fucile nascosto. Il corriere è stato arrestato a giudicato per direttissima e nel corso del procedimento ha fatto il nome di Giuseppe Arabia che gli aveva dato l’incarico e di Luigi Lerose che avrebbe dovuto ricevere il gommone.
La notizia è apparsa sugli organi di stampa e ha mandato subito la cosca in fibrillazione, tanto da temere per un imminente arresto di Giuseppe Arabia classe ’66 il quale si è premunito di impartire indicazioni sulle attività del gruppo, facendosi promettere dal figlio Nicola di non commettere reati nel corso del suo periodo di detenzione.