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Tra gli arrestati Fortunato Bartone, 41 anni, originario di Mileto, Antonio Denami, 25 anni, originario di Vibo Valentia, già agli arresti domiciliari per estorsione; Antonio Galati, 62 anni, originario di Mileto (VV), ritenuto alla guida dell'associazione mafiosa e proiezione in Lombardia della cosca Mancuso di Limbadi; Fortunato Galati, 36 anni, originario di Vibo Valentia, già detenuto per omicidio; Giuseppe Galati, 43 anni, originario di Castellana Sicula (PA), già detenuto per traffico di stupefacenti; Giuseppe Galati, 35enne figlio del presunto boss Antonio Galati, originario di Vibo Valentia, imprenditore nel settore dei compro-oro; Franco Monzini, 65 anni, originario di San Benedetto Po (MN), imprenditore edile, protagonista di un investimento immobiliare in società occulta con Antonio Galati, insieme agli indagati Addisi e Vellone; Salvatore Muscatello, 80 anni, originario di Amato (CZ), già agli arresti domiciliari, Alberto Pititto, 39 anni, originario di Vibo Valentia, commerciante di automobili a Mariano Comense e Cantù, ritenuto un referente della famiglia Muscatello; Matteo Rombolà, 27 anni, originario di Seregno (MB), titolare di un panificio a Mariano Comense, cognato del detenuto Fortunato Galati; Saverio Sorrentino, 53 anni, originario di Francica (VV), "braccio destro" di Antonio Galati; Luigi Vellone, 54 anni, originario di Serra San Bruno (VV).
Al centro dell’indagine un mega affare immobiliare che gli affiliati stavano concludendo a Lucernate di Rho, quello di Palazzo Gorani, con l’acquisto di un terreno dove la cosca investirà centinaia di migliaia di euro. Il tutto sfruttando il ruolo di consigliere comunale (poi dimessosi lo scorso aprile) di Luigi Calogero Addisi,originario di San Calogero (VV) eletto nelle liste del Pd, e imparentato con Pantaleone Mancuso, anziano capo della cosca di Limbadi, anche lui finito in manette questa mattina.
Secondo gli inquirenti, il ruolo di Addisi sarebbe stato fondamentale, in quanto ha garantito vantaggi alla cosca grazie ai cambi di destinazione d’uso delle aree urbanistiche.
Oltre all’affare immobiliare di Rho, le indagini hanno evidenziato come Giuseppe Galati, 43 anni, abbia continuato a gestire dal carcere, attraverso alcuni familiari, due società edili, titolari tra l’altro di alcuni subappalti in alcuni cantieri della «Tangenziale Est Esterna di Milano» (Teem), che rientra tra le grandi opere connesse a Expo 2015. Sono stati accertati rapporti della famiglia Galati con un agente della polizia penitenziaria in servizio in Lombardia, un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, imprenditori immobiliari, esponenti del mondo bancario e pubblici amministratori di enti locali. Le intercettazioni ambientali, in casa di Salvatore Muscatello, hanno permesso di svelare come il boss, nonostante la detenzione domiciliare continuasse ad avere rapporti con altri affiliati.