Il Tribunale di Sorveglianza di Roma dovrà ora riesaminare il caso, valutando nuovamente se mantenere il 53enne in regime di carcere duro o adottare misure meno restrittive
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La Corte Suprema di Cassazione ha annullato il provvedimento di proroga del regime di carcere duro 41-bis emesso dal Ministro della Giustizia nei confronti di Filippo Solimando, 53 anni, con un passato criminale significativo. Solimando, detenuto nel carcere di Cuneo, è stato condannato per aver fatto parte di un’associazione ‘ndranghetistica e per aver diretto un’organizzazione dedita all’importazione di stupefacenti dal Sud America e dall’Europa dell’Est.
La storia di Solimando
Solimando è stato arrestato nove anni fa nell’ambito della maxi-inchiesta “Gentlemen 1”, condotta dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Questo processo ha portato alla condanna di Solimando a 20 anni di reclusione per il suo ruolo in un vasto traffico internazionale di droga. La sentenza lo ha inserito nel regime detentivo speciale del 41-bis, con l’obiettivo di impedire che mantenesse contatti con altri membri del mondo criminale, sia dentro che fuori dal carcere.
Il Regime del 41-bis
Il 41-bis è un regime penitenziario estremamente restrittivo, concepito per isolare i detenuti più pericolosi e impedir loro di gestire attività criminali dall’interno delle prigioni. Questo regime limita severamente i colloqui con i familiari, permettendo un numero ridotto di visite mensili attraverso un vetro divisorio, con le conversazioni registrate.
Il processo di proroga e annullamento
Il provvedimento del 41-bis ha una durata iniziale di quattro anni, prorogabile con successive estensioni di due anni. Per Solimando, il regime era stato prorogato nel 2021 e nuovamente nel 2023. Tuttavia, contro l’ultima proroga, Solimando ha presentato ricorso al Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha confermato il provvedimento. Successivamente, Solimando ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione.
La Sentenza della Cassazione
All’esito dell’udienza del 7 giugno 2024, la Corte Suprema di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pasquale Di Iacovo. La Corte ha annullato il provvedimento di proroga con rinvio al Tribunale di Sorveglianza di Roma per un nuovo esame. Questa decisione non era affatto scontata, poiché la legge consente l’impugnazione di tali provvedimenti davanti alla Cassazione solo in caso di violazione di legge e non per vizi di motivazione.
Implicazioni della Decisione
L’annullamento del provvedimento di proroga del 41-bis per Solimando rappresenta una svolta significativa nella sua vicenda giudiziaria. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma dovrà ora riesaminare il caso, valutando nuovamente se mantenere Solimando in regime di carcere duro o adottare misure meno restrittive. Questa decisione potrebbe avere implicazioni più ampie, ponendo interrogativi sull’applicazione e sulla gestione del regime del 41-bis in Italia. L’attenzione ora si concentra sul prossimo esame del Tribunale di Sorveglianza di Roma e sulle possibili ripercussioni per altri detenuti in situazioni simili.