Per il primo cittadino della città pitagorica «mettere la città all’indice, senza nessuna possibilità di replica, è semplicemente vergognoso». Ma intanto sui social si scatena la bufera. Ecco perchè
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Sembra non placarsi la polemica scatenatasi soprattutto (o quasi solo) sui social circa l’intervento del premio Strega Emanuele Trevi ospite della trasmissione In Onda di sabato scorso su La7, condotta da Concita De Gregorio e Davide Parenzo.
Eppure anche il sindaco di Crotone Enzo Voce aveva espresso sdegno e addirittura intenzioni di querele «disappunto e indignazione per la gratuita ed offensiva frase espressa dallo scrittore Emanuele Trevi nel corso di una trasmissione de La7» aveva dichiarato il primo cittadino.
Al sindaco Vincenzo Voce non è piaciuto il sillogismo utilizzato da Trevi per stigmatizzare i risultati dei referendum favorevoli all'annessione a Mosca delle regioni ucraine in mano ai filorussi. «È come se la 'ndrangheta gestisse un referendum a Crotone» aveva sostenuto provocatoriamente lo scrittore premio Strega, mettendo sullo stesso piano Putin e le 'ndrine crotonesi, portandosi a casa l'approvazione di Parenzo ("è una bella metafora") ed un malcelato imbarazzo della De Gregorio ("è come se Crotone fosse della 'ndrangheta").
Peccato però che il sindaco è stato presentato, spinto ed ancora oggi sostenuto (tra altri nuovi acquisti) da Tansi e l’armata arancione di Tesoro Calabria che, non solo in campagna elettorale, ma anche nelle sue ultime uscite quasi esclusivamente social, hanno sempre parlato e raccontato di una Crotone schiava della 'ndrangheta e quanto sia ancora bravo ed eroico il loro sindaco, impavido a combatterla e criticatissimo proprio dalle corporazioni che vogliono riportare la mafia al potere.
Non trascurando che proprio lo stesso Enzo Voce faccia a meno di usare sempre termini e lessico fuori da questo schema, anzi. E dunque e sempre su questo dualismo che continuano ad impazzare web e social: su indignazione che si accavalla ad indignazione, anche se di diverso senso. E tutto anche perché la nota a firma del sindaco ha usato una coda certamente ancora più dura, addirittura con tono di sfida: «Mettere la città all’indice, senza nessuna possibilità di replica, è semplicemente vergognoso. Ho sentito il capo redattore della trasmissione al quale ho espresso tutta l’indignazione che non è solo personale ma di tutta la città. Naturalmente – ha concluso Voce - ho anticipato allo stesso che tuteleremo nelle sedi opportune l’immagine della città».
Come far dire, automaticamente, ed allora anche noi, di Crotone, vogliamo far finta di non sapere che su 27 comuni della provincia, insistono 30 'ndrine riconosciute e 10 locale (il livello superiore raccontato oramai dalla letteratura giurisprudenziale anche pre Gratteri). Come a voler dire ed a voler contemporaneamente nascondere, se è nato prima l’uovo dello stereotipo rispetto all’archetipo della gallina.