Per il tribunale di Palmi le patologie di cui soffre lo metterebbero a rischio in caso di infezione da Covid-19. Il gioiese è imputato nel processo "Provvidenza"
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Il tribunale di Palmi ha concesso gli arresti domiciliari a Vincenzo Bagalà, considerato dalla Dda di Reggio Calabria il braccio destro del boss di Gioia Tauro Antonio Piromalli. i giudici palmesi hanno accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare avanzata dai legali dell'imputato, gli avvocati Guido Contestabile e Giuseppe Macino.
Secondo quanto si legge nel provvedimento emesso dal tribunale, Bagalà è affetto da ipertensione arteriosa e diabete mellito di tipo 2 «tipo di patologie - scrivono i giudici - cui è connesso un elevato rischio di complicanze per comorbilità in caso di infezione da Covid19 e che pertanto il quadro patologico cui è affetto l'imputato pone in serio pericolo la salute dello stesso in ragione dell'epidemia da Covid-19 che sta investendo il nostro paese».
Secondo il tribunale, quindi, le precarie condizioni di salute di Bagalà non sarebbero, in questo particolare momento storico, compatibili con il regime carcerario nè, per i giudici, l'imputato può essere trasferito in una struttura sanitaria proprio a causa dell'emergenza coronavirus.
Per questo motivo, i giudici palmesi, accogliendo la richiesta degli avvocati Contestabile e Macino, hanno concesso gli arresti domiciliari a Bagalà. Questi, finito nella maxioperazione coordinata dalla procura antimafia di Reggio Calabria "Provvidenza", è considerato dagli inquirenti il braccio destro di Antonio Piromalli, reggente della potente cosca di Gioia Tauro, in sostituzione di suo padre Giuseppe Piromalli, detto "facciazza". Bagalà è imputato nel processo in ordinario che si sta celebrando davanti al collegio del tribunale di Palmi.