C'è un nuovo collaboratore di giustizia a Cosenza. E si tratta anche in questo caso di un (ex) appartenente al clan degli "zingari". Parliamo di Gianluca Maestri, ritenuto il "reggente" della presunta cosca Abbruzzese "Banana" di via Popilia, all'indomani degli arresti di "Testa di Serpente", l'operazione della Dda di Catanzaro contro il gruppo degli "zingari" e quello di Roberto Porcaro, all'epoca dei fatti "braccio destro" di Francesco Patitucci, boss di Cosenza. Patitucci è considerato il capo della presunta confederazione mafiosa cosentina che da Cosenza si estenderebbe fino a Roggiano Gravina.

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Il pentimento di Gianluca Maestri, il cui percorso collaborativo sarebbe iniziato tra fine novembre ed inizio dicembre 2023, è emerso alla ripresa del processo abbreviato di "Reset", la maxi indagine contro la 'ndrangheta cosentina. Uno dei due difensori dell'imputato ha rinunciato al mandato per aver appreso nell'udienza precedente che l'ormai ex assistito era collegato da un sito riservato. Anche oggi, dopo la seduta del 21 dicembre 2023, Maestri non era presente in videoconferenza e il pm d'udienza si sarebbe limitato a dire che «per questo procedimento non risulta collaboratore», e pertanto rischia una condanna a 20 anni di carcere

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La collaborazione di Gianluca Maestri potrebbe essere un colpo al cuore della 'ndrangheta cosentina non tanto per gli esiti processuali di "Reset" - già denso di atti e verbali viste le dichiarazioni dei vari Celestino Abbruzzese, Ivan Barone e di altri ex 'ndranghetisti cosentini - ma soprattutto per quanto avvenuto tra Cosenza e Cassano Ionio dal 2019 al 2022. Per la precisione fino al 31 agosto 2022, giorno precedente all'esecuzione dell'ordinanza cautelare di "Reset".

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Gianluca Maestri infatti è indagato anche nell'inchiesta "Athena", il procedimento penale della Dda di Catanzaro contro i clan Abbruzzese e Forastefano di Cassano Ionio. Nel caso in esame, l'accusa è di narcotraffico. I pm antimafia ritengono che Maestri abbia mantenuto i rapporti con i cassanesi al fine di acquistare le sostanze stupefacenti nella Sibaritide per rivendere il tutto in una fase successiva nell'area urbana di Cosenza. Contestazioni che sarebbero suffragate da intercettazioni nonché dalle propalazioni di Barone, con il quale avrebbe condiviso - insieme a Michele Di Puppo e Nicola Abbruzzese alias "Semiasse" - pure una presunta tentata estorsione a un imprenditore di Montalto Uffugo.

Infine c'è la parte riguardante gli italiani i cui contatti sarebbero continuati anche dopo "Testa di Serpente", come aveva spiegato Barone nei primi verbali sopraggiunti dopo l'ufficialità della collaborazione con la giustizia. Rapporti di tipo illecito che sarebbero stati portati avanti a vari livelli sia con la parte cosentina degli "italiani" che con quella rendese. Maestri si aggiunge dunque a Barone. E per la Dda di Catanzaro sarebbe senza dubbio un valore aggiunto anche in previsione futura. Nella speranza che non faccia come Turboli e Porcaro...