Antonio Strangio, di 44 anni, di San Luca, detto "U meccanicu", è stato arrestato a Duisburg, in Germania, perché latitante per droga. Strangio, in particolare, deve scontare una condanna a cinque anni di reclusione comminatagli nello scorso mese di dicembre a conclusione del processo "Pollino", in cui fu coinvolto perché accusato di un traffico di cocaina tra la Calabria e Milano.

Strangio, a Duisburg, aveva lavorato in passato come pizzaiolo nel noto ristorante "Da Bruno" dove si consumò la "Strage di Ferragosto" nel 2007 quando un gruppo di fuoco della ‘ndrina dei Nirta-Strangio uccise sei esponenti dei Pelle-Vottari nel quadro della faida di San Luca. Ma attualmente svolgeva le mansioni di corriere per una società di consegne postali. É stato proprio durante un suo turno di lavoro che il latitante è stato coinvolto in un incidente stradale mentre era alla guida di un furgone. In seguito all'incidente é intervenuta sul posto la polizia locale che, nel verificare i documenti di riconoscimento di Strangio, che non nascondeva la propria identità, ha accertato che l'uomo risultava latitante.

A carico di Strangio, tra l'altro, in seguito alla condanna per traffico di droga, pendeva un mandato di arresto europeo emesso su richiesta del Procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Strangio, tra l'altro, é legato da rapporti di parentela con esponenti di primo piano dell'omonima cosca di 'ndrangheta di San Luca. É cugino, infatti, di Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", e di Antonio Pelle, alias "Vanchelli". La Dda di Reggio, dopo l'arresto di Strangio, ha avviato nei suoi confronti la procedura di estradizione in Italia.

Alcuni giorni prima dell'arresto Antonio Strangio in Germania, i carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria e del gruppo Locri avevano segnalato la presenza latitante, per il quale era stato emesso il mandato di arresto europeo, nella zona di Duisburg. Nell'ambito dell'attività di indagine, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Giuseppe Lombardo, infatti, i militari dell'Arma avevano raccolto elementi secondo i quali Strangio era solito spostarsi a bordo del furgone di una nota azienda di spedizioni.