Richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Reggio Calabria per gli indagati dell'inchiesta "Rupes". Tra loro imprenditori, esponenti di cosche e funzionari pubblici
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Dopo l'avviso di conclusione indagini, avvenuto nelle settimane scorse, la Procura di Reggio Calabria ha formulato la richiesta il rinvio a giudizio per gli indagati dell'inchiesta "Rupes" condotta dalla Guardia di finanza. Adesso il gip dovrà fissare la prima udienza preliminare per 17 persone.
Secondo la Dda, si tratta di imprenditori collusi, esponenti delle principali cosche cittadine e funzionari pubblici corrotti tra i quali Vito Locicero considerato dai pm l'imprenditore «a disposizione» dei clan. Il procuratore Giovanni Bombardieri e il sostituto della Dda Sara Amerio hanno chiesto il processo anche per Carmelo Giuseppe Cartisano, Girolamo Ottavio Cartisano, Walter Davide Cartisano, Andrea Cutrupi, Francesca Cutrupi, Antonio D'Agostino, Domenico Alessandro Macrì, Giovanni Mangiola, Domenico Marcianò, Domenico Musolino, Giovanni Pontari, Antonio Russo, Maria Scaramuzzino, Fortunato Stellittano, Giovanni Tripodi e Andrea Carmelo Vazzana. Per due indagati, inoltre, è stata avanzata la richiesta di archiviazione per intervenuta prescrizione.
L'inchiesta, condotta dal Gico del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, ha dimostrato il predominio della cosca Condello a Gallico. Nella periferia nord di Reggio Calabria, l'imprenditore Locicero ha realizzato i lavori di sistemazione del lungomare e, secondo la Procura, lo ha fatto grazie ad uno «scambio di reciproci vantaggi» con Carmelo Giuseppe Cartisano detto "Naos" e già imputato nel maxi-processo "Gotha". In sostanza, Cartisano avrebbe assicurato a Locicero la risoluzione dei problemi di natura intimidatoria ed estorsiva anche rispetto alle altre famiglie di 'ndrangheta. In cambio si sarebbe accaparrato la «gestione di una parte dei lavori appaltati all'imprenditore». Locicero è oggi accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta.
Con l'accusa di corruzione, inoltre, sono indagati il capo struttura del dipartimento Agricoltura, foreste e forestazione della Regione Calabria Giovanni Pontari e il funzionario dell'ufficio Urbanistica del Comune di Reggio Domenico Alessandro Macrì. Tra i reati contestati, a vario titolo, agli imputati ci sono pure l'associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati contro la pubblica amministrazione, l'intestazione fittizia, la turbativa d'asta e l'illecita concorrenza per minaccia.