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Annullata con rinvio dalla seconda sezione penale della Corte di Cassazione la condanna a 7 anni di reclusione che era stata inflitta il 17 aprile 2015 dalla Corte d’Appello di Salerno ad Antonio Mancuso, 79 anni, noto negli ambienti criminali come “Zi ‘Ntoni”, capo carismatico del “locale” di ‘ndrangheta di Limbadi e Nicotera.
Dovrà essere pertanto la Corte d’Appello di Napoli a pronunciarsi nuovamente su Antonio Mancuso, condannato in primo grado a 7 anni nel 2008 al termine del processo celebrato con rito abbreviato dinanzi al gup di Salerno nel 2008, e con pena confermata il 17 aprile 2015 in Appello a Salerno.
Antonio Mancuso era finito nell’inchiesta “Dinasty 2” per vicende legate alla costruzione del villaggio denominato “Il Melograno” di Parghelia al quale sarebbe stata interessata l’ex presidente della sezione civile del Tribunale di Vibo Valentia Patrizia Pasquin (giudicata con separato troncone processuale per altre vicende). In particolare il boss avrebbe tentato, attraverso una condotta estorsiva, per incassare una parte dei finanziamenti ricevuti dal “Melograno Village srl” per la costruzione nel Vibonese del complesso residenziale a Parghelia.
La Corte di Cassazione ha così accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Di Renzo ed Alfredo Gaito, annullando una sentenza che – se confermata – avrebbe rispedito in carcere il boss Antonio Mancuso (già condannato con sentenza definitiva nel processo “Dinasty” con pena già interamente scontata). Il 17 febbraio scorso l’anziano boss di Limbadi e Nicotera ha rimediato altra condanna a 5 anni di reclusione dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia – a fronte di una richiesta di pena a 27 anni di carcere avanzata dal pm Marisa Manzini – nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Black money”. Antonio Mancuso si trova attualmente in stato di libertà.
Giuseppe Baglivo