La Cassazione annulla con rinvio l’ordinanza cautelare del giovane originario della Valle dell’Esaro accusato di far parte del gruppo Presta. Ora nuovo giudizio davanti al Riesame
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La Suprema Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento del Tribunale della Libertà di Catanzaro, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Enzo Belvedere, difensore di Armando Antonucci.
L’indagato è stato attinto da misura cautelare carceraria, il 1 settembre 2023, in relazione alla presunta partecipazione all’associazione criminale ‘ndranghetistica, esattamente al “gruppo Presta”. Secondo l’accusa, sarebbe affiliato formalmente, con ruoli specifici di gestione del traffico di sostanze stupefacenti e di messa a disposizione per eseguire ogni altra azione delittuosa che rafforzi l’operatività dell’associazione.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato solo pochi giorni orsono, vede indagati di associazione mafiosa, nel “gruppo Presta”: Francesco Presta, detto “Franco”, Damiana Pellegrino, Antonio Presta detto “Tonino”, Roberto Presta detto “Hobby”, Giuseppe Presta, Francesco Ciliberti, Mario Sollazzo, Armando Antonucci, Cristian Ferraro, Fabio Giannelli, Mauro Marsico, Francesco Iantorno e Sandro Vomero Sandro.
Il gip, su richiesta della Dda del capoluogo calabrese, ha applicato, nel settembre 2022, la custodia cautelare in carcere a tutti gli indagati, poi confermata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro. La Sesta Sezione della Corte di Cassazione, in data odierna, ha accolto i motivi dell’avvocato Enzo Belvedere ed annullato l’ordinanza custodiale per la posizione di Armando Antonucci, disponendo il rinvio per un nuovo giudizio dinnanzi al Tribunale della Libertà di Catanzaro.