Sarebbe stato Gianluca Maestri, 45 anni, a prendere il comando del gruppo “Banana” dopo l’arresto dei capi Luigi Abbruzzese e Antonio Abruzzese avvenuto nel 2019. A svelare questo retroscena fin qui inedito è Ivan Barone, il nuovo fuoriuscito dalle cosche cosentine che dal 6 settembre 2022 collabora con la giustizia.

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Anche lui faceva parte di quella banda che all’interno della costellazione dei nomadi cosentini avrebbe goduto di ampia autonomia in tema di estorsioni e traffico di droga. Barone si occupava di spaccio, danneggiamenti e consegna degli stipendi agli affiliati, senza disdegnare le azioni di fuoco. Numerose intercettazioni raccolte nell’ultima inchiesta antimafia contro i clan di Cosenza lo vedono a colloquio proprio con Maestri. Fra i due c’era un forte legame, questo è pacifico. Ora, però, le confessioni del neo pentito gettano un’ombra ancora più sinistra sulla natura del loro rapporto.

Secondo Ivan Barone, infatti, da quattro anni a questa parte, il vuoto di potere creatosi a seguito degli arresti di “Testa del serpente” avrebbero favorito la scalata del suo amico ai vertici dell’organizzazione. Dal 2019 in poi, dunque, a Maestri sarebbe toccato, fra gli altri, il compito di amministrare la bacinella del gruppo. E a suo dire avrebbe svolto il compito in modo pulito, specie in termini di assistenza economica ai detenuti e alle loro famiglie. E non solo. Il nuovo e presunto reggente avrebbe tentato anche allargare gli affari della consorteria, riappropriandosi di un settore in cui un tempo il clan Rango-Zingari recitava la parte del leone: i servizi di security da effettuare in discoteche e locali notturni.

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