Nelle presunte “nuove regole” di ‘ndrangheta, ovvero che chi è stato detenuto ha “diritto” a un contributo extra, il pentito Francesco Greco, menzionando le vittime del clan, parla anche dell’assessore del comune di Cosenza Francesco De Cicco. Un nome già comparso in uno dei precedenti verbali di Roberto Porcaro, prima che l’ex “reggente” della cosca “Lanzino-Patitucci” di Cosenza, decidesse di fare un passo indietro, pentendosi di essersi pentito.

De Cicco era presente nell’ordinanza cautelare di “Reset“, essendo stato accusato dalla Dda di Catanzaro di far parte di una presunta associazione a delinquere dedita al gioco d’azzardo, denominata “Gaming“, nonché di essere un presunto “prestanome” di Mario Piromallo, ritenuto dalla Dda di Catanzaro uno degli esponenti di spicco della ‘ndrangheta cosentina. Accuse che, dal punto di vista cautelare, non hanno retto nei vari gradi di giudizio, in quanto prima la Cassazione e poi il Riesame di Catanzaro hanno rivalutato le contestazioni contro il politico di via Popilia, giungendo (almeno per ora) a una conclusione diversa rispetto al teorema accusatorio.
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