Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato il decreto che applica il regime del carcere duro nei confronti dell'esponente del gruppo criminale di Lauropoli
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato un nuovo decreto di applicazione del 41bis nei confronti questa volta di Luigi Abbruzzese, figlio di Francesco Abbruzzese alias "Dentuzzo". Si tratta del presunto "reggente" della cosca degli "zingari" di Cassano Ionio, latitante fino al 2018, per essersi sottratto alla cattura dell'operazione contro il narcotraffico denominata "Gentlemen", venuta alla luce nel febbraio del 2015 e condotta all'epoca dall'ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto.
La proposta è stata formulata nei mesi scorsi dall'ufficio antimafia attualmente coordinato dal procuratore facenti funzione Vincenzo Capomolla che nel mese di ottobre del 2023 è subentrato al procuratore capo Nicola Gratteri passato a dirigere la procura di Napoli. Questo è un ulteriore atto dello Stato al fine di dare un segnale concreto e importante nel territorio della Sibaritide oggetto di numerose vicende criminali ormai da troppi anni.
Secondo la Dda di Catanzaro, Luigi Abbruzzese avrebbe assunto le redini del gruppo dando indicazioni su come far lievitare gli affari nel settore del narcotraffico, attività illecita che gli "zingari" di Lauropoli sarebbero in grado di sviluppare al meglio per via dei molteplici canali di approvvigionamento che vanno dall'Albania al Sud America. Una posizione, quella del giovane Luigi Abbruzzese, finita al centro dell'inchiesta "Athena", l'indagine antimafia coordinata dal pubblico ministero Alessandro Riello, contro i clan presenti nella Piana di Sibari.
Uno dei pentiti cosentini più attendibili, stante le sentenze di condanna emesse dal 2014 ad oggi, ha affermato di aver assistito «a moltissime riunioni a Rose, a casa di Michele (Bruni, ndr) in cui si parlava delle forniture di eroina, ricordo anche della partecipazione di Luigi Abbruzzese, figlio di “Dentuzzo”, all’epoca aveva quindicenne. Ricordo della meraviglia suscitata da Luigi in Michele Bruni che lo considerava un bambino, ma Luigi partecipava a pieno titolo alle discussioni» aveva dichiarato Ernesto Foggetti. «Si parlava del prezzo che doveva essere praticato per l’eroina, infatti “Semiasse” e Luigi Abbruzzese asserivano che l’eroina costava loro 12-13 al grammo per cui doveva essere rivenduta a Cosenza almeno a 18 euro in modo che i cassanesi potessero godere di un guadagno di almeno 5 euro» aveva spiegato il collaboratore.
Ma Luigi Abbruzzese è solo l'ultimo degli esponenti della criminalità organizzata cosentina sottoposto al regime di carcere duro. Nei mesi scorsi stessa sorte era toccata ai cugini Luigi Abbruzzese, alias "Pikachu", e Marco Abbruzzese, alias "Lo Struzzo", nonché ad Antonio Abbruzzese, figlio di Giovanni Abbruzzese, mentre sul fronte degli italiani il 41bis è stato applicato di recente a Francesco Patitucci, boss di Cosenza, Mario "Renato" Piromallo, esponente di vertice della cosca "Lanzino-Patitucci", Michele Di Puppo, definito dai magistrati "l'alter ego" di Patitucci e Adolfo D'Ambrosio, indicato quale capo di uno dei sottogruppi criminali presenti nel maxi processo "Reset".