Requisitoria del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo nell’ambito della maxi operazione che ha sgominato i cartelli della droga
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Requisitoria del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel processo nato dall’operazione “Stammer” contro il narcotraffico internazionale. Queste le richieste di pena: 30 anni di carcere per Antonio Grillo, di 42 anni, di San Calogero; 26 anni per Pasquale Grillo, di 71 anni, di San Calogero (padre di primi due); 28 anni Giuseppe Grillo, di 39 anni, di San Calogero; 12 anni Mario Calesse, 45 anni, di Sant’Eufemia d’Aspromonte, residente a Muggiò (Mb); 13 anni Giuseppe Careri, di 49 anni, di Rosarno; 18 anni Franco Greco, di 48 anni, di Marcedusa; 26 anni Rocco Iannello, di 45 anni, di san Giovanni di Mileto; 28 anni Fortunato Loschiavo, di 49 anni, di Mileto; 16 anni Fulvio Luccisano, di 33 anni, di Mileto; 16 anni per Vania Luccisano, di 40 anno, di Mileto; 16 anni Ernesto Oliva, di 58 anni, di Terranova da Sibari (Cs); 18 anni Salvatore Paladino, di Rosarno; 28 anni per Massimo Pannaci, di 52 anni, di Vibo Valentia; 30 anni per Pasquale Pititto, di 52 anni, di San Giovanni di Mileto; 12 anni, Antonio Prostamo, di 31 anni, di San Giovanni di Mileto; 18 anni Giuseppe Rondinelli, di 42 anni, di Botricello; 18 anni Antonio Scicchitano, di 47 anni, di Botricello; 16 anni Antonino Suppa, 46 anni, di Francica; 28 anni Antonio Varone, di 45 anni, di Mileto; 12 anni Leonardo Florio, di 56 anni, di Vibo Marina; 12 anni Domenico Luccisano, di 37 anni, di Mileto; 26 anni Osvaldo Mena Nunez, di 55 anni, della Repubblica Dominicana; L’assoluzione è stata chiesta dal pm nei confronti di Michell Vincenzo Piperno, di 38 anni, di San Costantino Calabro, e per Francesco Paladino di Rosarno.
Secondo l’accusa, la consorteria attiva nel circondario vibonese, storicamente inserita nel traffico internazionale di stupefacenti, al fine di sopperire alle richieste sempre maggiori e diversificate del mercato della droga, e considerato il protrarsi dei tempi di attesa per l’approvvigionamento della cocaina dal Sudamerica, avrebbe intessuto trattative con gli albanesi, per il tramite di sodali brindisini, funzionali all’approvvigionamento di enormi partite di marijuana.
I vibonesi avrebbero inoltre ospitato a Mileto l’emissario albanese giunto a garanzia dell’importazione. In tale occasione, lo stupefacente commissionato sarebbe stato volutamente dirottato dalla Puglia verso il porto di Ancona, concludendo il suo viaggio a Milano dove il sodalizio vantava la presenza di accoliti utilizzati per la vendita nel circondario milanese.
L’inchiesta è nata da una comunicazione pervenuta nel novembre 2014 dal National Crime Agency (N.C.A.) dell’ambasciata della Gran Bretagna in Italia. In particolare, il National Crime Agency, recependo un’analoga segnalazione del paritetico organismo in Colombia, ha segnalato la connivenza tra un’organizzazione criminale colombiana e una italiana impegnate nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica da destinare al mercato europeo.
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Nel corso delle conversazioni captate sono poi emersi chiari riferimenti alla spedizione dello stupefacente, ai prezzi, al quantitativo e al successivo trasporto. Tutti i dati segnalati dal National Crime Agency sono stati quindi pienamente riscontrati nel corso della successiva attività di indagine della Dda di Catanzaro denominata “Stammer”.
Dalla Colombia sarebbe quindi giunto nel vibonese il narcos Jota-Jota, ricevuto a San Calogero nella sala ricevimenti del ristorante di Antonio Grillo. Altro colombiano arrivato a Vibo, John Peludo, è stato invece ospitato in via Gagliardi a Vibo Valentia, nella casa di Oksana Verman, ucraina passata fra le fila dei collaboratori di giustizia ed all’epoca compagna di Salvatore Pititto.
Attraverso le microspie piazzate nella casa della donna, gli investigatori della Guardia di finanza sono quindi riusciti a ricostruire parte dell’organizzazione interessata al narcotraffico, con Massimo Pannaci, di Vibo Valentia, che avrebbe accompagnato John Peludo a Roma per la consegna del denaro necessario per un carico di cocaina (63 chili) poi sequestrato nel porto di Livorno nell’agosto del 2015.
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