Nella sentenza di primo grado evidenziata l'operatività nell'organizzazione dei fratelli Antonio e Gennaro Paletta e di William e Giampiero Pati
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Nessun dubbio, da parte del gup di Reggio Calabria Giovanna Sergi, nell’affermare che i fratelli Antonio e Gennaro Paletta fossero “vicini” all’organizzazione dedita al narcotraffico capeggiata da Francesco Suriano, originario di Amantea. Lo ha scritto il giudice di merito nella sentenza di primo grado del processo “Crypto“, l’indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro il presunto clan Certo-Cacciola-Pronestì, operante a Rosarno.
«Tra i partecipi dell’organizzazione criminale dedita al narcotraffico vi erano certamente i fratelli Antonio e Gennaro Paletta, il cui attivismo operativo nell’interesse del gruppo traspare in plurime occasioni. I due, sfruttando l’attività di autotrasportatore di Antonio Paletta erano, infatti, costantemente a disposizione per assicurare i traffici illeciti a cui l’associazione era stabilmente dedicata» scrive il gup nel provvedimento.
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