Napoleone Vulcano per la giustizia italiana è ancora latitante, mentre per la 'ndrangheta è morto e sepolto. Vulcano negli anni scorsi fu condannato alla pena dell'ergastolo per l'omicidio di Francesco Arturi, muratore di 41 anni assassinato il 3 gennaio del 2001 a Savelli, in provincia di Crotone.

Vulcano aveva affrontato i vari gradi di giudizio da "uccel di bosco", ma probabilmente già nella fase del giudizio di secondo grado, anno 2010, era da trattare come un caso di "lupara bianca". Alla Dda di Catanzaro, coordinata oggi dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla spetta quindi il compito di fare luce su questa ennesima vicenda di sangue dopo le recenti dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nicola Acri.

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Un altro mistero di 'ndrangheta

Le novità investigative sono contenute in uno dei verbali presenti nelle carte dell’inchiesta sulla morte di Salvatore Di Cicco. L’argomento infatti è stato introdotto proprio dal pentito di Rossano mentre parlava di Vincenzo Santoro, meglio conosciuto come il “Monaco”. «È un soggetto affiliato alla cosca di Cirò e posso dirvi che sono stato io a presentarlo a Cataldo Marincola negli anni della latitanza di cui vi sto parlando. So che Cataldo lo ha formalmente affiliato dandogli la responsabilità sull'area di Mandatoriccio e zone montane di Campana».

Acri quindi aggiunge un particolare: «Nel 2008/2009 ricordo che Santoro venne a trovarmi dicendomi che Cataldo Marincola gli aveva ordinato di uccidere un latitante, Napoleone Vulcano» al quale i cirotani «rimproveravano diverse cose tra cui il fatto di aver messo le mani addosso alla propria nipote. Santoro mi disse che insieme» a un altro soggetto «lo aveva ammazzato tra i comuni di Scala Coeli e Torretta facendone sparire il corpo».