Mano pesante della Dda di Reggio Calabria sugli imputati del processo “Eracle” che hanno scelto il rito abbreviato. Alla sbarra 28 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, al porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni, maltrattamento di animali.

La genesi dell’inchiesta

Tutto prende spunto dalle aggressioni e dalle risse che hanno colpito le ultime estati della movida di Reggio Calabria, specie nei locali serali. Episodi che hanno visto protagonisti le giovani leve della ‘ndrangheta che hanno più volte aggredito chiunque non riconoscesse il loro ruolo mafioso. Alcuni degli indagati, secondo l’accertamento della Dda, avevano avviato un fiorente traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) strutturando una stabile organizzazione criminale, caratterizzata da una ramificata vendita al dettaglio, operante sia nei locali notturni, in cui si erano infiltrati grazie alla predetta gestione del servizio di buttafuori che in alcuni punti della città. Gli inquirenti avevano già scoperto in un primo tempo l’interesse della cosca Condello per le corse clandestine di cavalli, animali spesso sottoposti a trattamenti poco ortodossi con maltrattamenti fatti di somministrazioni di farmaci non necessari al fine di migliorare le loro prestazioni. 

Le richieste della pubblica accusa

Dopo una lunga ed appassionata requisitoria portata avanti dai pubblici ministeri Walter Ignazitto, Sara Amerio e Giovanni Gullo, sono arrivate le pesantissime richieste da parte dei pm che, sebbene con una riduzione di un terzo della pena visto il rito abbreviato, hanno comunque invocato condanne di rilievo. È il caso, ad esempio, di Domenico Nucera ritenuto elemento di vertice della struttura che si occupava della gestione della movida e per il quale sono stati chiesti 20 anni di reclusione, così come per Andrea e Cosimo Morelli. Quindici gli anni chiesti per Michele Panetta, 18 per Fabio Vittorio Minutolo.

Ecco cosa affermavano i pubblici ministeri nell’esecuzione del provvedimento cautelare: « Volendo utilizzare delle definizioni di matrice giuslavoristica può affermarsi come in seno a tale organizzazione Minutolo rivesta il ruolo di “quadro”, sottoposto unicamente al dirigente Domenico Nucera, mentre gli altri componenti l’organizzazione, quali Fabio Caccamo, Basilio Cutrupi e Giuseppe Pecora, rivestano un ruolo quasi impiegatizio, ulteriormente sottordinato rispetto a quello di Minutolo. Un ruolo mediano è quello di Panetta, che vede elevato il suo ruolo a cagione del rapporto privilegiato con Domenico Nucera, di cui è persona di fiducia a questi totalmente asservita per il raggiungimento delle più disparate finalità criminali». Questa struttura criminosa, dunque, per i pm, è una «promanazione delle cosche di ‘ndrangheta egemoni nella città ed originarie del rione di Archi, che mediante la presenza capillare sul territorio perpetuano e, ove occorre, ristabiliscono lo stato di intimidazione e le condizioni di assoggettamento e di omertà, reprimendo con violenza ogni azione che possa minarne la credibilità».

Di seguito l’elenco delle richieste:

Michele Panetta                  15 anni di reclusione

Fabio Caccamo                    10 anni di reclusione

Giuseppe E. Pecora             9 anni e 6 mesi di reclusione

Basilio Cutrupi                    9 anni di reclusione

Luciano Baione                    10 anni di reclusione

Francesco Barbaro              8 anni di reclusione

Enrico G. Barcella                12 anni di reclusione

Nino Berlingeri                    2 anni di reclusione

Francesco A. Eneide            2 anni di reclusione

Salvatore Falduto                14 anni di reclusione

Francesco Ferrante             16 anni di reclusione

Fabio V. Minutolo                18 anni di reclusione

Andrea Morelli                    20 anni di reclusione

Cosimo Morelli                    20 anni di reclusione

Domenico Nucera               20 anni di reclusione

Carmine Surace                  2 anni e 4 mesi di reclusione

Attilio Buontempone           9 anni di reclusione

Francesco Condello             4 mesi di reclusione

Paolo Cosoleto                     6 mesi di reclusione

Bruno Antonino Crucitti       1 anno di reclusione

Mostafa Nkairi                     10 anni di reclusione

Fabio Puglisi                        12 anni di reclusione

Bruno Magazzù                    4 anni di reclusione

Giovanni Magazzù                12 anni di reclusione

Egidio Morabito                   6 mesi di reclusione

Antonino Marino                  6 mesi di reclusione

Fabio Morelli                        12 anni di reclusione

Francesco Ferrara                9 anni di reclusione