Sono nove le persone indagate per la morte dell’ex presidente del Catanzaro, Giuseppe Cosentino, deceduto a Catanzaro il 13 luglio scorso, per le complicazioni dovute ad un intervento chirurgico eseguito all’interno di “Villa Caminiti”, nota struttura medica situata a Villa San Giovanni. Dopo il primo momento in cui le condizioni di Cosentino si sono aggravate, il patron della Gicos era stato trasferito all’ospedale di Polistena e poi, poco dopo, all’ospedale di Germaneto, a Catanzaro. Ma i tentativi di salvargli la vita sono stati purtroppo inutili.

 

A seguito di quanto avvenuto, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati gli operatori sanitari che hanno avuto in cura, a vario titolo, Giuseppe Cosentino. Si tratta di Antonio Trimarchi, Maurizio Tescione, Ugo Lacamera, Danilo Tornabene, Fabio Napoli, Francesco Adamo, Tiziana Corsaro, Luca Messina, Martina Foti.

 

Il 18 luglio scorso è stato conferito l’incarico ai consulenti tecnici del pubblico ministero che dovranno procedere ad autopsia sul cadavere di Cosentino al fine di accertare «le cause della morte, i mezzi che l’hanno prodotta, l’epoca della stessa, avuto riguardo agli elementi circostanziali desumibili anche dall’informativa della polizia giudiziaria, dagli altri atti processuali e da quelli che eventualmente saranno acquisiti». I periti dovranno poi stabilire se «siano ravvisabili profili di responsabilità professionale sanitaria in capo agli operatori sanitari che hanno avuto in cura lo stesso nel corso del ricovero». Per i consulenti il tempo a disposizione è di 90 giorni. Poi, dopo che sarà depositata la perizia, si potrà iniziare a comprendere quali siano state le ragioni che hanno condotto alla morte dell’ex patron del Catanzaro, imprenditore proprietario della Gicos.