Saranno nove anni il prossimo 21 settembre dalla morte di Madalina Pavlov. Il 9 agosto la giovane avrebbe compiuto trent’anni, un traguardo mai raggiunto, candeline mai spente da quella sera del settembre 2012. Anni di silenzi e di mutismo, anni di reticenza e di incertezze, di particolari che non tornano, di indagini che presentano troppi lati oscuri per comprendere cosa ha causato la morte della ragazza, trovata esanime ai piedi del palazzo di Via Buozzi a Reggio Calabria.

La vicenda 

Era il 21 settembre 2012 quando la 21enne Madalina Pavlov veniva trovata senza vita in via Buozzi a Reggio Calabria, ai piedi di un palazzo nel quale la ragazza apparentemente non conosceva nessuno. Una caduta che non ha dato scampo alla giovane romena, arrivata in Italia fin da bambina. Una ragazza solare, che lavorava in pizzeria, dedita al volontariato e che la mattina di quel giorno aveva annunciato alla madre di aver preso la patente. 

La ricerca della verità

Per cercare di arrivare alla verità, dopo le trasmissioni televisive che sono tornate ad occuparsi del caso, i legali dei familiari di Madalina Pavlov, l’avv. Giuseppe Gentile del Foro di Reggio Calabria per la mamma, Agafia Cutulencu ed Antonio La Scala, per il padre Ionel Pavlov, nell’interesse delle persone offese nel procedimento penale tuttora pendente al Tribunale di Reggio Calabria, e che da troppi  anni attendono la conclusione dell’inchiesta scaturita a seguito del decesso della ragazza, hanno presentato in questi giorni una istanza di sollecito alla segreteria del pubblico ministero.

Sul caso sempre al lavoro le tre consulenti del Crime Analyst team, formato da Mary Petrillo, psicologa e criminologa, coordinatrice nazionale, Rossana Putignano, psicoterapeuta, responsabile divisione Sud e Aida Francomacaro, psicoterapeuta esperta in psicologia forense.

Ripercorrendo le ultime fasi legali, come ricorda l’avvocato Gentile: «Nel 2019 veniva celebrata l’udienza presso il gip di Reggio Calabria fissata a seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai legali. Opposizione poi accolta in quanto il gip aveva richiesto la prosecuzione delle indagini indicando all’ufficio di Procura alcuni quesiti le cui risposte avrebbero potuto colmare alcune lacune d’indagine. Ma, dal 2019, ad oggi nessuna risposta ed ecco il perché è stata presentato il sollecito. Dunque si attende a breve la conclusione».

Nello stesso tempo è stata presentata una richiesta di nulla osta per ottenere tutte le fotografie a colori scattate sul luogo dei fatti nonché in sede di autopsia, per agevolare le attività di indagine difensiva dei legali. Infine, il difensore avvocato Gentile avrebbe individuato nell’architetto Raimondo Tripodi, il consulente che effettuerà le perizie volte delle indagini difensive, con lo studio accurato anche delle fotografie, per chiarire quelle importanti perplessità emerse sin dall’inizio di questa tristissima vicenda e che hanno portato tra l’altro all’accoglimento da parte del Gip dell’opposizione alla richiesta di archiviazione come suddetto. Il legale è in attesa dell’accettazione dell’incarico da parte del consulente.