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La notizia è di quelle che fanno tremare. Brividi per i tifosi del Catanzaro. A preoccupare i supporters del club dei tre Colli, rinato sotto la nuova società guidata da Floriano Noto, la tentata combine con l’Avellino emersa dalle carte dell’inchiesta “Money Gate” che il 29 maggio scorso portò agli arresti domiciliari l’ormai ex presidente giallorosso, Giuseppe Cosentino e la figlia Ambra.
La Procura federale ha acquisito gli atti dai colleghi reggini e nelle prossime ore sentirà le persone coinvolte
Un vero e proprio terremoto a pochi giorni dalla presentazione ufficiale in pompa magna della nuova società nella sala conferenze della Figc regionale alla presenza di centinaia di tifosi.
Le partita finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura federale e le accuse a Cosentino
In particolare, in concorso con Giuseppe Cosentino, risultano indagati per il reato di frode sportiva l'allora direttore sportivo del Catanzaro, Armando Ortoli e il calciatore Andrea Russotto, all'epoca dei fatti in forza al Catanzaro. Per la stessa vicenda sono altresì indagati, sempre per il reato di frode sportiva, Walter Taccone (all'epoca dei fatti presidente dell'Avellino calcio) e Vincenzo De Vito (all'epoca dei fatti direttore sportivo dell'Avellino calcio). I cinque, in concorso fra loro, si sarebbero accordati per far finire in pareggio la partita Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013 affinchè il Catanzaro non si ritrovasse nella fase dei playout per la retrocessione e l'Avellino potesse raggiungere la promozione alla serie superiore. Gli accordi sarebbero saltati per il mancato rispetto degli stessi da parte dell'Avellino che, a seguito della vittoria del Perugia, per non correre il rischio di non raggiungere la promozione in Serie B si è aggiudicato la partita per 1-0, nonostante il calciatore Andrea Russotto del Catanzaro calcio "avesse deliberatamente fallito due chiare occasioni per segnare il gol del vantaggio".