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“Il ventennale ritardo del sistema di mobilità pubblico rischia di isolare definitivamente la Calabria dal sistema turistico europeo. Basta valicare i confini geografici regionali per accorgersi delle differenze abissali che ci sono tra le nostre strade e i nostri servizi di trasporto rispetto a quelli dei territori lucani piuttosto che siciliani, pugliesi e campani”. Lo afferma il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Graziano, secondo cui “Un sistema viario e ferroviario sufficientemente efficiente ed interconnesso con i servizi aeroportuali permetterebbe a molte zone, come l’area ionica e tirrenica, la Sila e l’alto crotonese, di essere facilmente accessibili da una più ampia fetta del mercato turistico oltre che di rilanciare la loro economia. Il tutto mentre il Governo Renzi prosegue la sua perenne campagna elettorale populistica mortificando le aspettative di sviluppo della Calabria. La chiusura dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria entro la fine del 2016 così come l’inizio dei lavori per l’ammodernamento del megalotto 3 della Statale 106, Sibari-Roseto, rimangono, ad oggi, solo fantomatiche promesse. Dove sono i soldi?” Ancora Graziano:“Viviamo in una regione che si appresta a vivere, probabilmente, una delle stagioni turistiche estive più critiche sul fronte della mobilità e che potrebbe generare uno spaventoso effetto domino in quella che è l’economia turistica regionale. Il tappo stradale creatosi proprio sul confine calabrese della Salerno-Reggio Calabria a seguito del crollo della corsia nord del viadotto Italia, così come quello del ponte Molinello a Cariati lungo la statale 106, sono problemi strutturali che se non risolti in tempo, entro l’ormai prossima estate, rischiano di sfiduciare i grandi flussi di viaggiatori che si spostano verso la Calabria e la Sicilia. Con tutte le ripercussioni economiche che questa situazione potrebbe generare. Anche perché – aggiunge il Segretario questore dell’Assise regionale - le stesse grandi vie d’accesso collaterali, quelle lungo la fascia ionica e tirrenica calabrese, oltre ad essere inadeguate a far defluire il traffico di massa sono soggette a continui lavori di ammodernamento e ripristino. Insomma, un quadro non del tutto confortante. Nel contesto del quale si insinuano e pesano come macigni le campagne populistiche del governo Renzi. Che la mobilità, in Calabria, sia allo sfascio lo sappiamo da tempo. Ma che il premier ci prenda in giro con promesse che, oggettivamente, non potranno essere mantenute, è troppo. È stato detto – precisa Graziano -che la Salerno-Reggio Calabria sarà completata entro il 2016. Certo, ma forse con la sola chiusura dei cantieri aperti!Perché, infatti, - chiede Graziano - da Roma tacciono e glissano, ad esempio, sui lavori che dovrebbero interessare il lotto Altilia Grimaldi – Cosenza, uno dei più pericolosi dell’intera rete autostradale? Perché dovremmo fidarci del tempismo di questo Governo parolaio se a più di tre mesi dal crollo della corsia nord, il viadotto Italia della A3 ancora non ha un progetto di messa in sicurezza e quindi nessuna prospettiva concreta di riapertura? Siamo alle porte dell’estate e questa situazione danneggerà l’economia turistica e le piccole imprese calabresi. Ma non è tutto. Si fa un gran parlare, per esempio, sull’ormai imminente avvio dei lavori per l’ammodernamento del megalotto 3 della Statale 106 ionica. La gara d’appalto – continua - è già espletata ma dei cantieri non c’è traccia. Non vorremmo che, così come accaduto per tante grandi opere calabresi, promesse e mai realizzate, i fondi fossero stati distratti per destinarli altrove. Ma il dramma mobilità in Calabria, purtroppo, non si chiude nel cerchio del governo nazionale. Purtroppo abbiamo da batterci il petto anche per le tante incompiute che hanno la genesi nelle amministrazioni regionali e territoriali. I casi più emblematici – conclude Graziano- restano le bretelle di collegamento Sibari-Tarsia, dove i lavori si sono bloccati all’altezza della diga, a quanto pare per un errore di progettazione, e Sibari-Sila la cui opera è ferma da anni, nonostante la sua realizzazione risulterebbe strategica per il rilancio economico dell’intero altopiano silano”.