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L'uomo, infatti, è stato trovato morto nella sua abitazione, nella periferia sud di Reggio. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Descritto dai suoi familiari come una persona sofferente sul piano psicologico, Tiriolo si era difeso sostenendo di aver agito con quelle minacce telefoniche al solo scopo di elevare il livello di protezione nei confronti dei due magistrati.
L'identificazione del telefonista, avvenuta anche grazie ad alcune riprese video, era stata operata dai finanzieri di Reggio Calabria ed era stata resa nota nel corso di una conferenza stampa a cui lo scorso 27 gennaio aveva partecipato il procuratore capo di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo, il cui ufficio è competente per le indagini sulle vicende afferenti i magistrati del distretto reggino. Classe 1968, Tiriolo, nell'arco di due mesi, aveva effettuato dieci telefonate annunciando falsi attentati nei confronti del procuratore aggiunto Gratteri e del pm antimafia Lombardo. A tradirlo, in particolare, la particolare andatura e un filmato acquisito in un centro commerciale.