Accoglienza diffusa, lavoro legale ed integrazione sul territorio: è in queste tre direzioni che si muove l’attività della Prefettura di Reggio Calabria, forze dell’ordine, sindacati, Regione ed enti locali per superare l’emergenza” baraccopoli e tendopoli”  di San Ferdinando.

 

Dopo l’omicidio di Soumaila Sako, il giovane maliano ucciso a San Calogero, nel Vibonese, il 2 giugno scorso, l’attenzione delle istituzioni è sempre più alta. Ed è proprio il prefetto reggino Michele di Bari ad aver affidato all’assessorato regionale al “Lavoro, Formazione e Politiche sociali”, diretto da Angela Robbe, le progettualità relative all’inserimento lavorativo dei migranti sul territorio calabrese. Idee e proposte che dovranno essere consegnate all’ufficio territoriale del Governo tra meno di un mese e che l’assessorato sta elaborando insieme ai comuni interessati e al Ministero.

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«L’obiettivo – ha detto la Robbe alla nostra testa- è quello di trovare una soluzione che dia ristoro alle persone ospitate e che sia concepita in relazione alle persone che abitano anche in quel territorio perché si creino condizioni di vita e di integrazione possibile». Per la Robbe è fondamentale il superamento del “disagio” dei migranti ma, prima occorre che siano superate le difficoltà presenti sui vari territori in cui i migranti verranno collocati. In buona sostanza l’assessorato regionale sta lavorando, in sinergia con gli altri enti, per elaborare progetti da un lato volti all’accoglienza e dall’altro volti all’integrazione nel tessuto sociale e urbano regionale.