«Ognuno ha la sua storia, c’è chi scappa dalla guerra, chi dalla fame». Adnan è originario del Kashmir, tra India e Pakistan, e di storie nel suo lavoro da interprete per i migranti che sbarcano periodicamente sulle coste della Locride ne ha sentite tante. L’ultimo approdo in ordine di tempo ieri pomeriggio al porto di Roccella Jonica, dove sono stati soccorsi 96 profughi in fuga sulla rotta turca, la più battuta da chi arriva sulla fascia ionica reggina. Tra loro anche una famiglia irachena con un ragazzo disabile e una donna incinta che sta per partorire. «Hanno viaggiato quattro giorni e tre notti in mare aperto – spiega Adnan – a bordo di un catamarano. A pagare il viaggio per loro sono stati parenti. Non pensano di restare in Italia, la loro meta è la Germania».

Sulle cifre sborsate per affidare il loro destino in mare c’è poca ancora chiarezza. «Non tutti pagano la stessa somma – racconta Adnan – si va da 3.000 a 6.000 euro a persona, ma in genere i nuclei familiari sono quelli che hanno le spese maggiori». In Turchia dai loro paesi d’origine arrivano grazie ai permessi lavorativi, o spacciandosi per semplici turisti. «Gli iraniani – prosegue Adnan – entrano in Turchia in macchina e alle spese del viaggio si aggiungono quelli della dogana. Tutti – conclude – cercano un futuro migliore e sognano di cambiare vita in Europa».

Ad accoglierli a Roccella la nuova tensostruttura allestita dalla Prefettura dopo l’appello lanciato dal sindaco Vittorio Zito. «È la prova generale della gestione in porto di uno sbarco – afferma il primo cittadino – ci sono ancora tante cose da sistemare ma cercheremo, come al solito, di garantire i servizi essenziali». Dopo le procedure di identificazione i migranti partiranno verso la nave quarantena, che è ormeggiata al porto di Reggio, mentre nell’immediato i soggetti positivi saranno trasferiti all’interno di due container.