La tolleranza zero di Salvini, la cacciata delle ong, la chiusura dei confini, il braccio di ferro ingaggiato prima con Malta e poi con l’Europa, hanno fatto diminuire gli sbarchi. Questa frase, in termini assoluti, non è errata.

 

Ma nella gestione dei flussi migratori -che è materia assai complessa è delicata - c’è un grosso “ma”. Basta chiedere al mare per apprendere che nei soli 30 giorni di settembre il 19,1% di chi è partito dalla Libia non  ha toccato riva. Questo vuol dire che un migrante su cinque risulta annegato o disperso. E si sa che il mare difficilmente restituisce vivi i dispersi. Una percentuale mai registrata lungo la rotta del Mediterraneo centrale da quando si dispone di statistiche sufficientemente accurate.

 

A renderlo noto è l’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, tramite il ricercatore Matteo Villa, che spiega come il Mediterraneo, nella storia recente delle migrazioni, non abbia mai ingoiato tante vite umane. Di dieci migranti partiti dalla Libia nell’ultimo mese, solo uno è riuscito ad arrivare in Europa. Il 70% di chi ha toccato terra è stato intercettato e riportato indietro. Verso una terra dilaniata, a morire con la speranza di una vita migliore ancora stretta nei pugni.

 

I numeri della gestione Salvini

Ma cosa è successo veramente, sul fronte migranti, in questi quattro mesi di clamore, slogan, chiusure, avvisi di garanzia (ricordiamo che Salvini è indagato per sequestro di persona per la questione della nave Diciotti) e promesse fatte a gran voce?

 

Per scoprirlo bisogna fare un passo indietro, e rendersi conto che dopo la marea umana del 2016, con la gestione Minniti, gli sbarchi erano calati del 90% nel 2017. Ora, nel 2018, continuano a scendere. Ma a che prezzo? Secondo l’Ispi, il prezzo, sono circa 861 vite. Quelle dei migranti che non ce l’hanno fatta, che hanno visto l’orizzonte sparire nell’acqua per una assurda necessità aritmetica e politica. Se si includono le persone partite dalla Tunisia, si arriva a 970 migranti.

970 persone, esseri umani, con una storia, un nome e una speranza che ora giacciono sul fondo della fossa comune del Mediterraneo. E viene da chiedersi, quante corone di fiori dovremo gettare in mare per l'ennesimo inutile omaggio che altro non è che il ridicolo tentativo di lavarsi la coscienza?

 

Loredana Colloca