Il leader del Movimento diritti civili invita, in una lettera, il governatore della Calabria a visitare il cimitero internazionale dei Migranti «quando questa allucinante vicenda sarà archiviata»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il leader del Movimento diritti civili, Franco Corbelli, promotore della grande “opera di civiltà calabrese”, il Cimitero internazionale dei Migranti, nato a Tarsia il 22 dicembre scorso ha pubblicato su facebook una lettera aperta al governatore Mario Oliverio. «Caro Presidente ti aspetto, spero prestissimo, quando questa allucinante vicenda sarà archiviata, a Tarsia, per vedere i lavori, iniziati alla vigilia di Natale, della più grande opera di Civiltà legata alla tragedia epocale dell'immigrazione, il Cimitero internazionale dei Migranti, che tu hai reso possibile, sostenendo, con coraggio, sin dall'inizio e finanziando, con la Regione, questo straordinario progetto umanitario, che il mondo conosce, apprezza e aspetta».
Un opera in memoria del piccolo Alan Kurdi
Continua Corbelli: «Su quell'escavatore a dare, alla vigilia di Natale, simbolicamente inizio ai lavori avresti dovuto esserci anche tu insieme a me e al sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso. Un provvedimento della magistratura, che non solo io ma chiunque non riesce a capire, ti obbliga a stare dal 17 dicembre nel tuo paese, a San Giovanni in Fiore. Una cosa comunque è certa: avrai giustizia, mi auguro assai presto, e sarai tu a seguire da vicino la grande opera che ci hai consentito di realizzare e che ha avuto il plauso dei media del Vaticano e il ringraziamento della zia del piccolo Alan Kurdi (a cui intitoleremo il Cimitero dei Migranti), Tima Kurdi che ha speso parole bellissime e commoventi, in una struggente lettera che mi ha fatto avere».
Un grazie al presidente Oliverio
Prosegue il leader: «Caro Presidente sarà la storia a ricordare e giudicare i tuoi meriti per la grande opera umanitaria, che darà dignità alle vittime dei tragici naufragi, cancellando la disumanità di quei corpi, uomini, donne e bambini, quasi tutti senza volto, seppelliti, con un semplice numerino in tanti piccoli, sperduti camposanti che di fatto ne cancellano così ogni ricordo e riferimento per i loro familiari, dei lontani Paesi del mondo, che non sapranno mai dove andare un giorno per portare un fiore e dire una preghiera».
Un simbolo di liberazione
Il Cimitero dei migranti, ricorda Corbelli, «sorgerà in un posto molto bello e fortemente simbolico, su una collina, un'area di oltre 28 mila mq, immersa tra gli ulivi secolari, che resteranno, di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, e a breve distanza dall'ex Campo di Concentramento fascista più grande d'Italia, quello di Ferramonti, che fu luogo di prigionia ma anche e soprattutto di grande umanità dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza».
LEGGI ANCHE:
Tarsia, al via i lavori del cimitero dei migranti dedicato al piccolo Aylan
Cimitero internazionale per i migranti di Tarsia, al via i lavori