Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede di fare arrivare in Italia i corpicini dei tre bambini, deceduti nell'ultimo naufragio, davanti le coste della Libia, per dare dignità alla loro morte con la sepoltura nel Cimitero internazionale dei Migranti, i cui lavori stanno per iniziare a Tarsia, in Calabria, dopo una lunga, ininterrotta battaglia, promossa dallo stesso Corbelli e iniziata cinque anni fa, subito dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013.


«La tragedia di quei poveri bambini spezza il cuore. Purtroppo non c'è stata quell'indignazione e commozione generale e unanime come giustamente e umanamente ci fu nel caso simile del piccolo Aylan! C'è anzi chi continua, strumentalmente, vergognosamente e disumanamente, a soffiare sul fuoco dell'odio verso i migranti! Anche di fronte a quella tragedia dei tre bambini! Chiedo alle autorità preposte, nazionali e libiche, di far arrivare (almeno questo, dopo che hanno chiuso i porti, criminalizzato e, di fatto, bloccato le Ong che questi bambini e gli altri migranti salvano in mare!) in Italia i corpicini dei tre poveri e sfortunati bambini morti, come il piccolo siriano Aylan Kurdi, mentre su un barcone cercavano, insieme ai loro genitori, di arrivare nel nostro Paese, in cerca di una vita migliore e dignitosa. Chiedo – prosegue Corbelli - che almeno da morti possano questi bambini, senza nome, approdare in Italia, perché si possa dare dignità (con un ricordo e un riferimento certo per i loro familiari rimasti in Africa, perché sappiano un giorno dove andare a trovarli, per portare un fiore e dire una preghiera!) alla loro morte con la sepoltura nel Cimitero internazionale dei Migranti, la grande opera umanitaria, i cui lavori stiamo per iniziare a Tarsia e che sarà intitolato proprio ad uno di questi infelici bambini: il piccolo Aylan».


Corbelli incalza chiedendo «solo l'autorizzazione per questa operazione umanitaria della sepoltura a Tarsia dei tre piccoli profughi, di cui mi farò carico personalmente per ogni dettaglio. Voglio che il sacrificio di questi bambini non venga mai dimenticato e che diventi anzi, al pari degli altri piccoli migranti annegati e di tutte le vittime del Mediterraneo (oltre 34mila dal 1990 ad oggi; quasi 1000 solo nel 2018) simbolo dell'immane tragedia dell'immigrazione. Un monito per l'umanità e per le future generazioni».


Il leader del Movimento Diritti Civili ha poi evidenziato come «il Cimitero internazionale dei Migranti, finanziato dalla Regione Calabria, grazie al Presidente Mario Oliverio, sarà realizzato dal comune di Tarsia, dal sindaco Roberto Ameruso. È una grande opera di civiltà – continua - che il mondo conosce, apprezza e aspetta, come dimostra l'interesse della stampa internazionale (e di studiosi di diversi Paesi del mondo) che continua a mandare a Tarsia i suoi inviati. Sorgerà – conclude - su un'area di oltre 27mila metri quadri, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale, in parte ebraico, e a brevissima distanza dall'ex Campo di Concentramento fascista più grande d'Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, che fu luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove, durante la seconda guerra mondiale, nessuno degli oltre 3000 internati subì violenza e chi morì fu solo per malattie».