La stagione estiva è alle porte e i soccorsi in mare, per condurre sulla terraferma migranti in fuga da povertà, violenze e conflitti, si stanno nuovamente intensificando. Particolarmente coinvolta la Locride, con arrivi che stanno impegnando soprattutto l’amministrazione comunale di Roccella Ionica supportata da quella di Siderno. Anche Reggio Calabria, già dallo scorso anno in difficoltà per la perdurante assenza di strutture di prima accoglienza tanto al porto, dopo lo smantellamento dell’Hotspot, quanto in città, torna ad essere interessata da questi arrivi.

Un fenomeno che ci ricorda quanto guerre e situazioni di pericolo siano diffuse nel mondo e che l’accoglienza è tema umanitario da affrontare con urgenza, fermezza e coerenza.

Si torna ad approdare a Reggio

Nei giorni scorsi 55 migranti, con donne e minori, di nazionalità prevalentemente siriana e afgana, sono stati soccorsi al largo della costa e condotti a Reggio Calabria. Qui, in ragione dell’assenza di una tensostruttura al porto, hanno pernottato nell’impianto sportivo Giulio Campagna, noto come Palloncino, che dunque per cause di forza maggiore è stato adibito all’accoglienza piuttosto che restare a disposizione delle società sportive. Una situazione che si sta protraendo a causa dell’attuale indisponibilità di posti in strutture autorizzare dove trasferire i migranti.

In una città dove gli impianti sportivi sono pochi e saturi, ciò sta comportando notevoli disagi alle società, costrette a trovare soluzioni alternative oppure a sospendere le attività. L’accoglienza degli stessi migranti, inoltre, in queste circostanze non può certo ritenersi ottimale.

Nei giorni scorsi in prefettura ha avuto luogo una riunione per trovare soluzione alla questione.

Reggio ancora senza strutture di accoglienza

È stata sostanzialmente confermata da parte dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto l’autorizzazione all’allestimento di una tensostruttura sulla banchina del molo di Ponente del porto di Reggio Calabria, con la previsione di prescrizioni relative alle certificazioni di sicurezza e con l’impegno alla rimozione a cessate esigenze. Autorizzazione che anche la scorsa estate era stata accordata, anche se poi non seguì alcun allestimento.

Stessa attesa vana vi era stata lo scorso anno per l’allestimento dei venti moduli abitativi che, su proposta del ministero dell’Interno, erano stati accordati al Comune di Reggio tramite la prefettura, per una capienza di oltre duecento posti, in modo da garantire la permanenza temporanea e il pernottamento, evitando di occupare altre strutture comunali e di distrarle dalla loro destinazione.  Quei moduli rappresentano ancora oggi la soluzione, dal momento che evidentemente non vi sono alloggi disponibili da adibire all’accoglienza in città. I moduli sono disponibili ma manca ancora il terreno su cui montarli.

Alla ricerca del terreno per montare i moduli abitativi

«Ci rendiamo conto di dover offrire una migliore accoglienza ai migranti e di non poter creare tali disagi alle società sportive della nostra città, per questo stiamo cercando il luogo in cui potere montare questi moduli. Purtroppo non è semplice – spiega Antonio Ruvolo consigliere comunale con delega alla Protezione Civile e al coordinamento Sbarchi di Reggio Calabria – dal momento che è richiesta una serie di condizioni in materia di sicurezza che, nelle aree finora proposte, non è stato possibile garantireContinueremo a cercare in modo da assicurare al più presto ai migranti il pernottamento in luoghi dedicati, in attesa del piano di riparto del Viminale. Una sistemazione temporanea che siamo chiamati a garantire dopo il triage sanitario da espletare nella tensostruttura che prossimamente allestiremo al porto», conclude Antonio Ruvolo consigliere comunale con delega alla Protezione Civile e al coordinamento Sbarchi di Reggio Calabria.

Dunque, tutto è ancora in itinere mentre gli arrivi già si stanno intensificando.