Protezione civile, vigili del fuoco, uomini della capitaneria e della finanza: a distanza di quasi due settimane dal naufragio del caicco carico di uomini, donne e bambini, la spiaggetta di Steccato di Cutro è ancora un formicaio. E qui che il mare continua a vomitare le vittime della più grande catastrofe migrante della storia della Calabria ed è qui che da terra si continuano a organizzare le uscite in mare nel tentativo di recuperare l'ennesimo cadavere.

Poco dopo le 10 del mattino sono i piloti della Prociv a dare l'allarme: a una ventina di metri dalla battigia, non molto distante da dove sono allineati i resti dell'imbarcazione naufragata domenica scorsa, il drone ha individuato qualcosa immerso un paio di metri sotto la superficie. Difficile stabilire attraverso la telecamera se si tratti di un pezzo di quella barca maledetta o del corpo dell'ennesimo disperato morto quando ormai la salvezza sembrava a portata di mano. 

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Da Crotone parte una motovedetta, mentre dell'arenile viene immersa una delle moto d'acqua della capitaneria, ma le raffiche di vento a 70 chilometri all'ora e le onde alte più di un metro rendono molto complicato l'intervento. Sono minuti frenetici, sulla spiaggia sono pronti due sub di capitaneria e guarda di finanza: attendono l'ok dei loro colleghi sulla moto d'acqua che, guidati dal drone, pattugliano da vicino il francobollo di mare indicato dagli operatori. Il vento non accenna a diminuire ma il nuovo volo con un nuovo drone - il primo, a causa del tempo, è finito in mare - continua a suggerire la presenza di quello che sembra un corpo appena sotto la superficie increspata dello Jonio.

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Dopo una riunione tra i vertici dei soccorritori si decide quindi per l'ingresso in mare dei sommozzatori che, dopo essere stati assicurati con una cima, si buttano in acqua. Ci vogliono diversi minuti prima che i due sub riescano a raggiungere a nuoto il punto preciso del ritrovamento. Le successive sortite sott'acqua danno però esito negativo. Quella che la telecamera del drone aveva individuato, era solo l'ennesimo pezzo del caicco rimasto a fluttuare a pochi metri dalla battigia. La delusione è forte - solo ieri in questo pezzo di arenile erano stati recuperati i corpi delle vittime 71 e 72 - ma non c'è nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia. Una nuova segnalazione di un oggetto a pochi metri dalla riva rimette tutti in allerta, in una lotta disperata nella speranza di recuperare un'altra vita spezzata.